Economia

Russia: tassi d’interesse portati dall’8,5 al 12%. Penalizzato il rublo

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La Russia tenta di contenere l’inflazione: questo è il motivo per il quale la Banca Centrale Russa ha deciso di aumentare il tasso di riferimento di 350 punti base: a partire dal 15 agosto 2022 è al 12%. La decisione è stata presa per riportare l’inflazione al 4% nel corso del 2024. Il rublo paga immediatamente dazio nei confronti del dollaro.

Una decisione ampiamente attesa, quella presa dalla Banca Centrale Russa: il rublo, però, è andato a picco, andando a toccare il minimo storico nel cambio con il dollaro. Il rublo, già alle prese con le conseguenze delle sanzioni e dalla guerra, ha sfondato la soglia psicologica dei 100 per un dollaro. Prima dello scoppio della guerra con l’Ucraina il rapporto era 60 ad uno. Nel corso della giornata si è arrivati a quota 1011 e 111 sull’euro.

La Russia aumenta i tassi

Ma quali sono le motivazioni che hanno portato la Banca Centrale russa ad aumentare di 350 punti base il costo del denaro? La decisione è stata presa per limitare i rischi per la stabilità dei prezzi. Anche in Russia, infatti, la pressione inflazionistica si sta accumulando. Il tasso annuo di inflazione, dal 7 agosto, è salito al 4,4%, mentre gli attuali tassi di crescita dei prezzi continuano a salire. Nel corso degli ultimi tre mesi la crescita dei prezzi correnti è stata mediamente pari al 7,6% in termini annualizzati. La stessa misura dell’inflazione core è salita al 7,1%.

Da cosa sono condizionati gli aumenti dei prezzi in Russia? La domanda interna cresce in maniera costante e supera la capacità di aumentare la produzione. A questo si aggiunge la pressione inflazionistica sottostante. A questa situazione generale si aggiunge la dinamica del tasso di cambio del rublo, che pesa sull’elevata domanda di importazioni. Il deprezzamento del rublo ai prezzi sta guadagnando slancio e le aspettative di inflazione sono in aumento.

I rischi per il futuro

Con gli attuali tassi di crescita dei prezzi, il rischio che l’inflazione continui a rimanere alta nel 2024 è notevole. La decisione della Banca di Russia è volta a plasmare le condizioni monetarie e la dinamica complessiva della domanda interna necessarie per riportare l’inflazione al 4% nel 2024 e stabilizzarla ulteriormente vicino al 4%.

Andando avanti, nel suo processo decisionale sui tassi, la Banca Centrale Russa terrà conto delle dinamiche dell’inflazione effettiva. Secondo le previsioni della Banca di Russia, dato l’orientamento della politica monetaria, l’inflazione annua tornerà al 4% nel 2024.

Arriva il rublo digitale

Nella speranza di riuscire a limitare l’impatto delle sanzioni internazionali, Mosca ha avviato la fase di prova di una versione digitale del rublo, basato sulla tecnologia blockchain

Vtb – la seconda banca più grande della Russia – ha condotto con successo delle transazioni con rubli digitali nella sua applicazione mobile. La Banca Centrale Russa ha spiegato che anche altre dodici banche e seicento persone sono coinvolte in questa fase di prova. Attraverso il rublo digitale la Russia sta cercando di rendere più ermetico il proprio sistema finanziario: l’intento è quello di renderlo meno soggetto alle fluttuazioni del mercato e di riuscire a limitare l’impatto delle restrizioni internazionali.

Il rublo digitale, a differenza delle criptovalute che sono basate sulla blockchain, fa parte della Cbdc (“Central bank digital currency”): per questo motivo è ampiamente controllata.

Il rublo digitale viene emesso direttamente dalla Banca Centrale Russa e viene conservato in portafogli elettronici. A sorvegliare la sicurezza del sistema sono i servizi dell’Fsb. Secondo un conteggio effettuato dai ricercatori del think tank Atlantic Council, la Russia risulta essere il 21esimo paese al mondo che è entrato in una fase sperimentale per lanciare una moneta digitale.