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Russia, tonfo listino RTS fino a -4%. Rublo, -34% sul dollaro nel 2014

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ROMA (WSI) – Tonfo dell’indice azionario RTS della Borsa di Mosca. Il listino, a fronte dell’altro indice Micex che registra poche variazioni – ha segnato un crollo fino a quasi -4% (-3,43%), scontando il pesante sell off dei prezzi del petrolio, dopo la decisione dell’Opec di lasciare la produzione di petrolio invariata.

Da segnalare che l’indice Rts – dove sono scambiati i titoli di 50 società russe – è denominato per lo più in dollari mentre il Micex è denominato in rubli.L’Rts ha bucato anche la soglia psicologica a quota 1.000, scivolando fino a 969 punti, minimo degli ultimi cinque anni.

Fuga degli investitori non solo dall’azionario russo, ma anche dal rublo, che ha testato il minimo di sempre a quota 49,90 nei confronti del dollaro nei primi minuti di contrattazione, prima di recuperare lievemente a 49,57. Dall’inizio dell’anno, la valuta ha registrato un crollo -34% nei confronti del biglietto verde. Verso l’euro, il rublo è sceso fino a 62,03 prima di recuperare a 61,72.

Il petrolio e il gas incidono sulle esportazioni della Russia per circa due terzi, fattore che rende il rublo e gli altri asset russi sensibili al trend dei prezzi del greggio.

Vincenzo Longo, market strategist di IG, scrive in una newsletter su IT forum che “la stretta dipendenza della Russia dalle fonti energetiche sta creando non pochi problemi al paese, che non riesce più ad attrarre investitori esteri per i crescenti dubbi sulla tenuta economica. Questa incertezza si è trasmessa negli ultimi giorni sul mercato valutario e su quello obbligazionario. I timori di un deciso deterioramento dell’outlook del Paese hanno alimentato una serie di vendite massicce sui bond russi, con il rendimento sul titolo a 10 anni che è tornato sopra la soglia del 10,50%, un livello che non vedeva da settembre 2009”. (Lna)