NEW YORK (WSI) – Wall Street sarebbe sempre più vicina a una correzione. Questo almeno è quanto sostengono alcuni analisti osservando una serie di fattori che ultimamente convergono verso una ritirata del mercato azionario Usa. Valori degli asset gonfiati, fondamentali dell’economia deboli, normalizzazione dei tassi di interesse sono solo alcuni dei segnali che dovrebbero mettere in allarme l’investitore.
Sono passati circa 659 giorni senza che il mercato abbia segnato un ritracciamento di almeno il 10%. Periodi come questi, nella storia del mercato azionario – suggeriscono alcuni analisti americani – non finiscono mai bene.
Per lo S&P 500 si tratta della quarta più lunga striscia positiva dal 1960. Ognuna di queste è stata sostenuta da fattori, come la bolla delle valutazioni delle società Internet del 1990 o quella del credito immobiliare del 2000, finite con un crollo verticale delle quotazioni. L’ultimo rally è il risultato delle politiche di tassi di interessi zero portati avanti dalla banche centrali.
Cosa aspettarsi dunque in questa fase di mercato? Secondo i calcoli elaborati dell’economista Robert Shiller (vedi tabella), le perdite dello S&P 500, che di solito avvengono nei 13 mesi successivi al picco, possono arrivare fino al 42%. Perdite che per essere recuperate richiedono in media 35 mesi.
Come se non bastasse, storicamente, la media annua dei rendimenti nei 10 anni successivi ai record storici si aggira intorno al 2,5%. (mt)