Standard & Poors ha modificato da stabile a negativo l’outlook della Repubblica italiana. Lo rende noto la società di rating. Abbassando le previsioni per il Paese l’agenzia americana ha invece confermato i rating a lungo e a breve termine mantenuti, rispettivamente, al livello ‘AA-‘ e ‘A-1+’.
Tornando all’outlook, si legge in una nota, il taglio operato da S&P è da attribuire alle “crescenti sfide di natura fiscale” che si parano di fronte alla nazione. La revisione – viene spiegato dall’agenzia – è legata ai rischi di un calo “delle finanze pubbliche italiane in un contesto di crescita bassa” e segnato dall'”allentamento della pressione esercitata da un Patto di stabilità e crescita diluito”.
Sempre a livello prospettico, un rischio per l’economia tricolore – a giudizio di S&P – va ascritto anche alla situazione politica in vista delle prossime elezioni del 2006. “Nessuno dei due schieramenti politici principali – viene notato – ha presentato una strategia coesa per affrontare gli squilibri finanziari. Tanto il centro-destra quanto il centro-sinistra – viene aggiunto – soffrono per divisioni interne profonde e sarà difficile per entrambi gli schieramenti affrontare, dopo le elezioni, una strategia abbastanza ferma per lanciarsi sulla strada di un consolidamento fiscale e strutturale sostenuto”.
Guardando ai rating, invece, la scelta di mantenerli ai livelli stabiliti nel recente passato, riflette il mutamento di atteggiamento del governo nei confronti delle misure una-tantum: “escludendo l’effetto di queste misure – viene precisato – la gestione del budget 2005 appare soddisfacente e il target fissato dall’esecutivo al 4,3%, per quanto riguarda il deficit, realistico. Nonostante ciò – puntualizza S&P – un progresso futuro presenta più dubbi e il deficit del 2006 dovrebbe avvicinarsi, con ogni probabilità, al 5% del prodotto interno lordo”.
Anche perché – spiega S&P – “il prossimo anno la pressione fiscale aumenterà e non solo per ragioni elettorali”, tenendo conto anche del fatto che l’Irap dovrà essere cambiata, rispetto alla sua forma attuale, in linea con quanto atteso dalla Corte di Giustizia Europea.
La decisione di rivedere al ribasso l’outlook dell’Italia, da stabile a negativo, “non ha è legata con le vicende bancarie che abbiamo osservato negli ultimi tempi nel Paese, e hanno interessato anche la Banca d’ Italia”. Lo ha spiegato Standard & Poor’s nel corso di una conference call nella quale è stato poi ribadito in maniera ancora più decisa: le vicende bancarie “non hanno nulla a che fare” con la decisione presa.
Circa lo scandalo in cui e’ coinvolto il governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio, le sue dimissioni “non sono un elemento che abbiamo preso in considerazione nella decisione odierna e non lo saranno neanche in futuro”. Cosi’ ha risposto Moritz Kraemer, analista di Standard & Poor’s, nel corso di una conference call, a chi gli chiedeva se le eventuali dimissioni del Governatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio, fossero state prese in considerazione nella decisione di rivedere al ribasso l’outlook italiano.