ROMA (WSI) – “I rischi geopolitici stanno crescendo in diverse parti del mondo” e rischiano di avere un impatto sui rating sovrani, nel corso del 2015. E’ quanto risulta dal report di Standard&Poor’s “Top Geopolitical Risks For Sovereign Ratings in 2015”.
La metodologia dell’agenzia di rating, come precisato nella pagina in cui si fa il punto della situazione, “identifica in modo esplicito il rischio alla sicurezza come un fattore che potrebbe esercitare una pressione al ribasso sui rating sovrani”.
Di fatto, a nostro avviso, “il conflitto tra la Russia e l’Ucraina potrebbe rivelarsi la crisi più sistemica al momento, con il potenziale di condizionare ulteriormente le economie”.
Nel report, si fa chiaro riferimento al sondaggio mensile di Bank of America Merrill Lynch Fund Manager del novembre del 2014, che rivela come gli investitori considerino il rischio geopolitico come il secondo maggiore rischio per i mercati (21%), secondo solo al rischio della deflazione nell’area euro (29%).
La percentuale cambia a seconda degli eventi. Per esempio, “ad agosto, all’apice delle ostilità nell’Ucraina dell’est, il 45% degli intervistati vide nelle crisi geopolitiche il rischio numero 1, rispetto al 14% di giugno”.
Oltre al conflitto Russia-Ucraina – “non ci sono prove che possano mostrare le conseguenze potenziali che le sanzioni potrebbero avere su un paese grande quanto la Russia, che soddifa gran parte dei bisogni energetici dell’Europa” – S&P afferma che “potrebbero emergere nuovi rischi sistemici che al momento non sono ancora visibili, come il cyber-terrorismo, che potrebbero avere implicazioni negative per i mercati finanziari e le economie del mondo”.
Tra gli altri fattori e paesi a rischio di cui il report si occupa c’è il caso di Israele, che “rimane molto esposto ai rischi geopolitici, dal momento che la questione palestinese non è risolta”, anche se, secondo S&P, Israele potrebbe contenere in modo sufficiente una qualsiasi minaccia alla sicurezza.
Detto questo, un rischio al rating sovrano potrebbe arrivare da ulteriori esplosioni di violenza, che scatenerebbero costi fiscali più onerosi rispetto a quanto stimato. Il deficit potrebbe dunque crescere, nel caso in cui il settore della Difesa riuscisse ad aumentare le spese.
Tra i rischi geopolitici c’è anche, ovviamente l’ISIS, che non “è un fenomeno isolato ma piuttosto parte dei conflitti siriano e iracheno” e che dunque ha il forte potenziale di produrre effetti domino, in particolar modo sui paesi vicini.
Per esempio, “il Libano è il paese della ragione più esposto al diffondersi della violenza, e i flussi dei rifugiati rappresentano fino a un quarto della popolazione”. E’ vero comunque che questo rischio è già scontato nel rating di lungo termine “B”.
Altri punti del report di S&P affermano che “l’Ebola non rappresenta una minaccia immediata ai rating sovrani”; mentre invece “i movimenti dei ribelli in Africa continueranno a presentare rischi per diversi paesi” . Al-Shabaan per esempio “continuerà a minacciare la sicurezza di Kenya e Uganda”. “Le minacce dalla Corea del Nord dovrebbero rimane invece contenute”, si legge nel report. (Lna)