ROMA (WSI) – La situazione e’ completamente diversa da fine 2011, secondo il neo ministro dell’Economia Fabrizio Saccommani, e “l’Italia non rischia il default a ottobre, come teme Grillo, ne’ dopo”.
Allora lo spread con i Bund tedeschi – che misura la “febbre finanziaria” di uno Stato, e che per tutti noi ha un costo reale – aveva raggiunto quota 575. Il 25 febbraio scorso, giorno delle elezioni, era a 280 punti.
Bastano queste due cifre, per capire la differenza tra i due periodi rispetto alla fiducia nella qualita’ creditizia italiana e di conseguenza per capire la differenza a livello degli interessi che devono essere sborsati dalle casse italiane.
Dopo aver ricordato la crisi vissuta dall’Italia negli ultimi 10 anni, intervenuto alla trasmissione Otto e Mezzo su La 7, Saccomanni si e’ soffermato nei giorni difficilissimi vissuti a fine 2011 “un momento di particolare tensione”. Ma “Ora la situazione e’ completamente diversa” e il 2013 sara’ l’ultimo anno di recessione.
“Il profilo di una ripresa economica verso il 2014 e’ senz’altro fattibile”.
Intanto pero’ in Italia, Spagna, Grecia e Portogallo aumenta il tasso di disoccupazione, di pari passo con un record per i flussi di immmigrati verso la Germania (700 mila dal Sud d’Europa e Irlanda solo l’anno scorso, un numero due volte superiore ai dati precedenti superiori alla crisi).
A giudicare dai numeri della crisi del debito scoppiata tre anni fa, sull’onda lunga della crisi subprime Usa del 2007-2008, non stupisce che stia crescendo la rabbia e la voglia di protestare contro le misure di austerity e la mancanza di posti di lavoro.