ROMA (WSI) – Il costo della vita è sempre più alto in Italia. Mentre l’inflazione è tornata a crescere, le buste paga rimangono al palo.
A maggio l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie è rimasto infatti congelato rispetto al mese precedente. Rispetto all’anno scorso è invece in aumento dell’1,1%.
Nel complesso nel 2015 finora, ovvero da gennaio a maggio compresi, la retribuzione oraria media è cresciuta dell’1,1% rispetto all’analogo periodo del 2014.
Andando ad analizzare i principali macrosettori nel report dell’Istat, si scopre che le retribuzioni contrattuali orarie hanno registrato un incremento tendenziale dell’1,6% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione.
I comparti che a maggio presentano i maggiori aumenti su base tendenziale sono agricoltura (4%), energia e petrolio, estrazione minerale (3%), gomma, plastica e lavorazione minerali non metalliferi (2,8%).
I contratti in attesa di rinnovo, a maggio, erano ben 37 (di cui 15 appartenenti alla pubblica amministrazione) relativi a circa 5,2 milioni di dipendenti (di cui circa 2,9 milioni nel pubblico impiego).
A fare impressione sono però i mesi di attesa per i lavoratori con il contratto scaduto: sono in media 51,2, praticamente 4 anni. La cifra è decisamente più alta rispetto al 2014, quando in maggio erano stati registrati 29,3 mesi di attesa).
La quota di dipendenti in attesa di rinnovo per l’insieme dell’economia è pari al 40,3%, in lieve diminuzione rispetto al mese precedente.
(DaC)