Aumenta la ricchezza delle famiglie italiane: a fine 2021 contavano su un tesoretto di 10.422 miliardi di euro, in salita del 3% rispetto all’anno precedente in termini nominali, ma leggermente ridotta in rapporto al reddito lordo disponibile (da 8,71 a 8,66). Così emerge dallo studio “La ricchezza dei settori istituzionali in Italia: 2005-2021“, redatto da Bankitalia e Istat, che sottolineano come la ricchezza, al netto delle passività finanziarie, esprime il valore di tutte le attività patrimoniali, reali e finanziarie, che garantiscono ai soggetti che ne sono proprietari un beneficio economico, rappresentato dal flusso dei redditi che esse generano oppure dai proventi derivanti dalla loro cessione o liquidazione.
Obiettivo della nota è presentare il quadro completo dello stock della ricchezza, netta e lorda, dei settori istituzionali dell’economia: le famiglie, nella loro duplice funzione di consumatori e di produttori di beni e servizi, le società non finanziarie, le società finanziarie e le amministrazioni pubbliche.
La ricchezza delle famiglie italiane
Soffermandoci sulle famiglie italiane, dallo studio emerge come la ricchezza netta sia aumentata di oltre 300 miliardi a valori correnti rispetto all’anno precedente (+3%), proseguendo la crescita iniziata nel 2019 e non interrotta dalla crisi pandemica.
In termini reali invece si è ridotta dell’1,1%, in controtendenza rispetto a quanto osservato nel 2020 (+1,7%). In rapporto al reddito lordo disponibile, la ricchezza netta delle famiglie si è leggermente ridotta (da 8,71 a 8,66). Le attività reali (6.186 miliardi di euro) sono salite dello 0,3% a prezzi correnti (+16 miliardi), soprattutto per effetto delle abitazioni (+0,4%; +23 miliardi), il cui valore ha registrato una crescita per la prima volta dal 2012. Il valore degli immobili non residenziali si è invece ridotto (-1,5%), proseguendo la fase di contrazione in atto dal 2012.
Come è composta la ricchezza degli italiani
La ricerca inoltre rivela come sia più robusta la crescita delle attività finanziarie (5.237 miliardi) rispetto a quelle reali, pari al 6,6% (per un controvalore di 325 miliardi), trainata prevalentemente dalle azioni (+150 miliardi) e dalle quote di fondi comuni (+89 miliardi).
Rilevante anche la crescita dei depositi (+70 miliardi), seppure meno accentuata di quanto osservato nel 2020 (+104 miliardi). Lo stock di titoli obbligazionari continua a calare dal 2012. Le passività finanziarie sono aumentate del 3,7%, superando la soglia dei 1.000 miliardi. In aumento anche la componente dei prestiti (+3,8%) e a differenza di quanto registrato nel 2020, la crescita della ricchezza finanziaria delle famiglie è tornata a beneficiare ampiamente dei guadagni in conto capitale (+4,3%, per un aumento complessivo di 210 miliardi), legati soprattutto alle azioni e alle quote di fondi comuni, mentre il contributo delle transazioni si è collocato attorno al 2,3%
Continua a crescere il peso delle attività finanziarie sulla ricchezza lorda delle famiglie. Alla fine del 2021 oltre la metà della ricchezza lorda delle famiglie italiane era composta da attività reali (54%) ed in particolare da abitazioni (45%) e immobili non residenziali (6%). Rispetto al 2020, il peso delle abitazioni invece è calato più dell’1% (dal 46,6 al 45,4%). L’incidenza delle attività finanziarie sul totale della ricchezza lorda delle famiglie è cresciuta dal 2012, con l’eccezione del 2018, raggiungendo alla fine del 2021 il 46% del totale (era il 44% nel 2020). Nel portafoglio finanziario si è osservata una costante diminuzione della quota di titoli (dall’8 al 2%, tra il 2005 e il 2021) a favore di altri strumenti finanziari, in particolare quelli del risparmio gestito (dall’11 al 17% nello stesso arco temporale). Lo stock di azioni e altre partecipazioni (nel 2021 pari all’11% del totale della ricchezza lorda) è aumentato di un punto percentuale rispetto al 2020, riavvicinandosi ai livelli del 2005 (12%).
Uno sguardo agli altri paesi
Facendo un confronto internazionale, emerge che la ricchezza netta delle famiglie cresce negli altri paesi più che in Italia. Alla fine del 2021 è risultata pari a 8,6 volte il reddito disponibile, misurato al lordo degli ammortamenti.
Il valore si colloca al di sopra di quelli riportati da Germania, Regno Unito e Stati Uniti, ma è inferiore a quanto registrato dalle famiglie canadesi, francesi e spagnole (per la Spagna, l’ultimo dato disponibile è relativo al 2020). In Italia l’indicatore, dopo una crescita nel biennio 2019-20, è leggermente diminuito, in controtendenza rispetto agli altri paesi. In particolare, nel 2021 la ricchezza netta delle famiglie francesi e canadesi, in rapporto al reddito lordo disponibile, ha superato quella delle famiglie italiane.
Misurata in rapporto alla popolazione, la ricchezza netta pro-capite delle famiglie italiane alla fine del 2021 era inferiore a quella di tutti gli altri paesi, a eccezione della Spagna (dove l’ultimo dato disponibile si riferisce al 2020). Dal 2018, la crescita della ricchezza pro-capite è stata modesta per le famiglie di Francia, Regno Unito, Germania e Italia, mentre è stata più sostenuta per le famiglie canadesi e soprattutto statunitensi, grazie a una dinamica favorevole dei prezzi delle attività finanziarie. In sostanza, negli ultimi anni, e soprattutto nel 2021, il tasso di crescita per l’Italia è risultato inferiore rispetto a quello degli altri paesi.