Salone del Risparmio, Carpenzano (Capital Group): 7 dritte per investire quando i mercati scendono
In periodi di volatilità, è importante che i clienti si ricordino che l’investimento intelligente può battere il potere dell’emotività concentrandosi su ricerche pertinenti, dati solidi e strategie collaudate.
Così Flavio Carpenzano, managing director di Capital Group. Lo abbiamo incontrato in occasione del Salone del Risparmio, che ha aperto i battenti oggi e durerà fino al 12 maggio 2022, data in cui Walll Street Italia terrà un’interessante conferenza. Carpenzano ha poi illustrato a Wall Street Italia i suoi sette principi per investire quando le borse scendono.
- I cali di mercato fanno parte degli investimenti, la storia mostra che dopo periodi di forti cali di mercato si sono successivamente dimostrati i momenti migliori per investire.
- Nei mercati conta il tempo e non il timing, nessuno può prevedere accuratamente i movimenti di mercato a breve termine.
- L’investimento emotivo può essere pericoloso, per prendere decisioni più razionale è importante comprendere i fondamenti dell’economia comportamentale.
- Adottare un orizzonte di investimento di lungo termine.
- Per gli investitori che vogliono evitare parte dello stress delle flessioni di mercato, la diversificazione può ridurre la volatilità.
- Le obbligazioni possono aiutare a portare equilibrio nel portafoglio: infatti, hanno spesso mostrato resilienza nei cali azionari del passato.
- Gli investitori che non si fanno influenzare troppo dalle notizie e si concentrano sui loro obiettivi a lungo termine sono meglio posizionati per tracciare una saggia strategia d’investimento.
Quali sono i criteri di scelta degli investimenti adottati dai vostri gestori per far fronte all’inflazione?
A seguito della pandemia, abbiamo assistito allo scoppio di una tempesta perfetta caratterizzata da minore offerta e forte domanda, con conseguente ripresa dell’inflazione. Anche se alcuni di tali fenomeni sono transitori e l’inflazione dovrebbe iniziare a diminuire verso la fine dell’anno, vi sono ragioni strutturali per cui l’inflazione sarà più alta nel prossimo ciclo rispetto agli ultimi 20 anni. Questo fattore non dovrebbe essere trascurato in quanto il crescente potere contrattuale della manodopera locale porta a una maggiore richiesta di aumenti significativi dei salari. Vi sono alcuni settori che sono particolarmente ben posizionati per rispondere alle pressioni inflazionistiche, sfruttando il pricing power e la loro capacità di trasferire gli aumenti di prezzo, sia nei loro servizi sia nei loro prodotti oppure in aree in cui hanno una forte domanda da parte dei consumatori.
Uno di questi settori è quello dei semiconduttori. Ciò è dovuto in parte alla dinamica domanda-offerta ma anche alla capacità di trasferire gli aumenti di prezzo. Per i settori relativi a bevande, articoli per la casa, abbigliamento e articoli di lusso, la domanda tende a rimanere relativamente stabile. Le aziende di tali settori sono anche in grado di trasferire gli aumenti dei costi e di proteggere meglio i propri margini di profitto.
Quando l’inflazione comincia a insinuarsi nelle valutazioni, tendiamo a vedere un aumento della volatilità dei prezzi. Per esempio, possiamo vedere correzioni a breve termine dei prezzi delle azioni in risposta alle decisioni attese sui tassi d’interesse da parte delle banche centrali, che a loro volta rispondono alle aspettative sull’inflazione.
Cosa consigliate di fare ai risparmiatori per difendersi dall’inflazione?
Poiché le dinamiche inflazionistiche continuano ad espandersi, è importante non prendere decisioni a breve termine mentre si investe in contesti inflazionistici. Se guardiamo all’inflazione nel tempo, escludendo i periodi di inflazione estrema o di deflazione significativa, i mercati azionari hanno fornito valore nel lungo periodo.
Pensa sia ora di ribilanciare i portafogli? In che modo?
Siamo solo all’inizio del nuovo ciclo di rialzo dei tassi, ma le obbligazioni continuano a fornire stabilità ai portafogli e nell’attuale contesto possono offrire notevoli benefici. Le obbligazioni corporate investment grade tendono a essere quelle più legate all’andamento dei titoli di Stato, condividendone diverse caratteristiche importanti: duration elevata, alta qualità (ovvero un rating migliore) e fortissima liquidità. Esse possono offrire stabilità in momenti di crisi. Gli investitori con un orizzonte d’investimento più lontano e/o un’elevata tolleranza al rischio che intendano contrastare la volatilità con il reddito possono valutare l’investimento in obbligazioni a rendimento più elevato, che per loro stessa natura sono caratterizzate da un maggiore rischio di default. In contesti di avversione al rischio, in corrispondenza dei bruschi sell-off registrati dai titoli azionari, i loro spread creditizi possono innalzarsi notevolemente. Infine, tra le principali strategie obbligazionarie annoveriamo quelle incentrate sul rendimento complessivo, che a differenza delle tradizionali, non si basano su un certo indice di riferimento ma puntano a raggiungere performance molto più consistenti. Tuttavia, necessitano di grandi competenze e una meticolosa gestione dei rischi, per governare correttamente il portafoglio.
Cosa suggerisce di fare ai consulenti finanziari per gestire meglio la relazione coi clienti in questo momento?
Le fasi di correzioni dei mercati sono quelle in cui la gestione della relazione con i clienti diventa più problematica. L’istinto naturale è quello di abbandonare il mercato, ma di sicuro è il comportamento meno razionale. E’ questo momento in cui il consulente deve svolgere il suo ruolo di “psicologo”, per aiutare il cliente a gestire questa fase di emotività. Ricordare al cliente gli obiettivi inizialmente definiti quando si è costruito il portafoglio, piuttosto che ripercorrere le fasi passate di crisi dei mercati, tutte immancabilmente seguite da una fase di totale recupero delle perdite, sono tutte argomentazioni utili. Come spesso diciamo, quello che conta non è quando investire, ma per quanto tempo.