Economia

Ambiente: “Ue dimezzi produzione di carne”

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Gli europei mangiano più del doppio di carne della razione raccomandata dalle autorità alimentari nazionali, ben oltre lo “spazio operativo sicuro” dei limiti ambientali. L’allarme viene lanciato in uno studio della fondazione Rise riportato dal Guardian, secondo cui il settore europeo dell’alimentazione animale ha superato i limiti di sicurezza per le emissioni di gas a effetto serra, i flussi di nutrienti e la perdita di biodiversità e ha urgentemente bisogno di essere ridimensionato.

Il bestiame occupa gran parte della terra con quasi l’80% del terreno agricolo del pianeta utilizzato per il pascolo e la produzione di mangimi. Per questo motivo entro il 2050 saranno necessari enormi “aggiustamenti settoriali” per riequilibrare il settore, tra cui un calo del 74% delle emissioni di gas serra e un taglio del 60% nell’uso di fertilizzanti a base di nitrati.

E molto prima di allora, dice il coautore del documento, il professor Allan Buckwell, politici, agricoltori e la società nel suo complesso devono affrontare di petto la questione e fare delle “scelte profondamente scomode”, il che significa  una riduzione urgente del settore zootecnico insostenibile.

“Stiamo parlando di un minor numero di pasti a base di carne, meno porzioni di carne e… Tale trasformazione “non avverrà spontaneamente ma richiede forti segnali da parte del governo, quindi il progetto politico deve includere misure per scoraggiare il consumo di prodotti animali nocivi per la salute pubblica e l’ambiente”.

Buckwell ha chiesto così l’introduzione di tasse mirate sulle pratiche dannose, con sovvenzioni per la carne ai consumatori a basso reddito e un riallineamento dei regimi di finanziamento per consigliare, riqualificare e assumere più agricoltori per il benessere degli animali. La speranza è che i consumatori finiranno per pagare di più per carne di alta qualità prodotta in condizioni di sicurezza ambientale, dove sono state garantite la protezione della campagna e il benessere degli animali.

Infine lo studio chiede alla Commissione europea di avviare urgentemente un’inchiesta formale incaricata di proporre misure – comprese tasse e sussidi – che “scoraggino l’uso di prodotti animali nocivi per la salute, il clima o l’ambiente”.