Via libera del Consiglio dei ministri al decreto legge per il salvataggio della Banca Popolare di Bari, finita venerdì scorso in amministrazione controllata, per via della cattiva gestione finanziaria e dei troppi crediti deteriorati, dopo la decisione presa dalla Banca d’Italia di sciogliere gli organi sociali e di nominare Enrico Ajello e Antonio Blandini commissari straordinari,.
In base al decreto, il governo darà 900 milioni di euro a Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa del ministero dell’Economia, per finanziare Microcredito Centrale (una banca controllata dal ministero dell’Economia) che poi li verserà alla Banca Popolare di Bari per comprarne delle quote.
Popolare di Bari: un po’ di storia
Fondata nel 1960 grazie a 76 soci, la Pop Bari è una società cooperativa per azioni fondata a Bari, il primo gruppo creditizio autonomo del Mezzogiorno ed è tra le tre maggiori banche pugliesi e tra le 10 maggiori banche popolari italiane.
Da tempo la Popolare era considerata in difficoltà e una delle tappe iniziali di questa crisi risale al 2014, quando l’istituto popolare rileva Tercas, la Cassa di Risparmio di Teramo, con 750 milioni di perdite e 1,4 miliardi di sofferenze. Viene varato un aumento di capitale da 800 milioni tagliando il valore delle azioni.
La crisi prosegue fino ad arrivare al bilancio del 2018, quando le perdite della Popolare di Bari salgono a 420 milioni. La situazione peggiora nel primo semestre del 2019 che si è chiuso con una perdita netta di 73,3 milioni e un Cet1 del 6,22%, sotto il requisito del 9,45% fissato da Bankitalia. La semestrale ha visto inoltre rettifiche su crediti per 44,2 milioni.
Il 13 dicembre 2019 la Banca d’Italia ha commissariato la banca e ha provveduto a nominare Enrico Ajello e Antonio Blandini commissari straordinari e Livia Casale, Francesco Fioretto e Andrea Grosso componenti del comitato di sorveglianza.
I numeri
Disponiamo di una rete di oltre 350 filiali dislocate in 13 regioni distribuite oltre che nel Sud, anche nel Centro e Nord Italia.
Così si legge sul sito della Popolare, radicata in Puglia e forte di una rete di oltre 360 filiali dislocate in 13 regioni distribuite oltre che nel Sud, anche nel Centro e Nord Italia (oltre alla Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Molise, Lazio, Marche, Umbria, Toscana, Veneto, Lombardia, Abruzzo ed Emilia-Romagna).