Chiediamo scusa alla signora!
<<I soldi dei risparmiatori, ci avete rubato i soldi“. Il segretario del PD, dal palco le ha risposto: “Avete rubato lo dice a sua sorella”. La signora di rimando: “Rivoglio i miei soldi”. E Renzi: “Anche io”>>
Questo è stato il siparietto che si è svolto alla festa dell’Unità di Bologna tra un’anziana signora e il nostro Segretario Matteo Renzi.
Ebbene al netto di una reazione d’istinto, pure comprensibile ma, a mio avviso, mai giustificata, io penso che la risposta del Segretario sia stata “infelice”.
Un politico, un uomo pubblico, conscio di rappresentare una categoria di soggetti – la politica nella sua accezione più ampia – certamente corresponsabile delle vicende che hanno determinato lo stato comatoso e fallimentare del sistema bancario nel suo complesso, non può e non deve rispondere in questo modo.
Noi stiamo parlando di un’anziana signora, una risparmiatrice che, dopo il c.d. “salva banche” ha visto svanire i suoi risparmi, il frutto dei sacrifici di una vita, ha vissuto un dramma e l’incubo di un futuro incerto, difficile – al pari di altri migliaia di risparmiatori nella medesima condizione.
Alla signora vorrei dire che è stata nominata una Commissione parlamentare d’inchiesta dalla quale il popolo italiano tutto, si aspetta una parola di chiarezza per capire cosa è successo, quali e dove stanno le responsabilità.
Aspettiamo, impazienti!
Alla politica invece, vorrei dire che la signora ha ragione e noi tutti, dalla Politica alla Istituzione abbiamo il dovere di chiedere scusa, per le ragioni che tenterò di spiegare:
- Il sistema bancario italiano, nella sua autoreferenzialità, si è autoalimentato per decenni senza controllo, con compensi milionari agli amministratori, con bilanci poco trasparenti e controlli inesistenti;
- L’istituzione e quindi la Politica ha trascurato di esercitare quell’attenzione a tutela del “risparmiatore”, contribuendo di fatto nel processo di deterioramento della stabilità e solidità patrimoniale del sistema bancario;
- L’Istituzione e quindi la Politica non ha esercitato ciò che la Costituzione all’articolo 47 stabilisce: “La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito”.
Adesso, nell’attesa di una risposta di trasparenza, di verità e di responsabilità da parte della Commissione Parlamentare d’inchiesta, le scrivo per chiederle scusa.
Si, mia cara e sconosciuta signora, le chiedo scusa io che, nei miei oltre sessant’anni non ho mai parlato a sufficienza di questi problemi, non ho mai lanciato un alert che, forse, anche nel mio piccolo avrebbe potuto far scattare qualche controllo in più e magari evitato qualche disastro, fra i tanti che stiamo vivendo.
Ecco cara e sconosciuta signora, credo che le Repubblica italiana, Matteo RENZI compreso, le debba delle scuse.