L’unica opzione rimasta al governo italiano per salvare Mps è il salvataggio di Stato. Con le direttive Ue questo significa che a pagare saranno non solo i contribuenti italiani ma anche gli investitori nella banca compresi i 40 mila obbligazionisti di bond junior.
Il parlamento italiano ha già approvato un pacchetto da 20 miliardi di euro per salvare il settore bancario – anche Banca Carige, Vento Banca e Pop Vicenza potrebbero usufruire di un’iniezione di liquidità in futuro. Secondo le stime di Goldman Sachs ci vorrebbero tuttavia 38 miliardi di euro per mettere in sicurezza le banche italiane, facendo rientrare i timori degli investitori e delle autorità europee.
Mps ha avvertito che senza l’aumento di capitale da 5 miliardi o un’iniezione di soldi freschi nelle casse dell’istituto di credito più antico al mondo, tra quattro mesi la liquidità sarà pressoché interamente prosciugata. Con i livelli di liquidità in deterioramento società e investitori retail stanno chiudendo i depositi e le posizioni.
Roma e Bruxelles stanno trattando per trovare un modo per compensare e risarcire le decine di migliaia di detentori di bond junior del pubblico retail. Lo smaltimento di 28 miliardi di euro di crediti deteriorati, chiesto a luglio dalla Bce, è in dubbio e i termini delle operazioni potrebbero essere rivisti e rinegoziati.
L’investimento pubblico “in via precauzionale” nel capitale di Mps arriva dopo altri due aumenti di capitale da 8 miliardi e potrebbe fare infuriare Bruxelles. Potrebbe infatti portare a marzo a delle sanzioni economiche contro l’Italia che già prima dello scudo pubblico per il settore bancario doveva fare fronte a una possibile revisione della manovra finanziaria.
In quest’ottica, una punizione da parte delle autorità Ue dovrebbe favorire il MoVimento 5 Stelle in chiave di politica interna, facendo montare ulteriormente l’euroscetticismo in Italia, la terza economia dell’area euro nonché uno dei paesi membri fondatori dell’euro e dunque un pilastro del sistema della moneta unica.
Il MoVimento 5 Stelle vorrebbe vedere una “vera nazionalizzazione” della banca. Secondo i calcoli di Codacons, il pacchetto da 20 miliardi di euro del governo per salvare il settore bancario costerà circa 833 euro per ogni famiglia italiana.