SIENA (WSI) – Numeri pesanti quelli che emergono dal piano di ristrutturazione del MPS: 5500 uscite e 600 sportelli da chiudere.
Nel numero delle uscite si devono però considerare anche quelle definite sulla base di accordi precedenti e non ancora realizzate. Come spiegano fonti sindacali dalle 5500 uscite vanno sottratte quindi le quasi 600 definite in precedenti accordi e si arriva così a 4900 circa. Sono 750 invece le uscite dovute al fisiologico turn over e 450 quelle che riguarderanno le filiali estere, portando così a ridurre ben al di sotto della soglia di 4mila, le uscite che dovranno essere agevolate con prepensionamenti.
Ma quando arriveranno le prime dipartite? Un primo scaglione di circa 1.200 lavoratori potrebbe lasciare MPS già entro agosto e questo per effetto dei prepensionamenti.
La parte da leone la fanno i sindacati che dovranno negoziare tali uscite e presentare poi il conto ai lavoratori. In ogni caso, come spiega Lando Mara Sileoni, segretario generale della Fabi a Il Sole 24 Ore con il piano di ristrutturazione della banca più antica del mondo, che ha ricevuto nei giorni scorsi il via libera da parte dell’Ue, “si è comunque evitato il peggio”.
“Il piano di riorganizzazione presentato dall’amministratore delegato Marco Morelli sia gestito in maniera morbida e condivisa attraverso uscite volontarie. Il rilancio della storica banca senese deve passare ora attraverso il coinvolgimento di tutti i lavoratori a ogni livello e puntare finalmente a un aumento dei ricavi e non più a un taglio dei costi. Condividiamo quanto dichiarato dal ministro Padoan circa l’importanza dell’intervento dello Stato in Mps, dopo l’accordo di una settimana fa sulle banche venete e Intesa: due interventi decisivi e risolutivi a salvaguardia del settore bancario italiano”.
Padoan: “Nessun altro focolaio di crisi”
E sul caso di MPS e il sistema bancario italiano in generale è intervenuto il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan intervistato dal radio giornale Gr1.
“Il Monte Paschi è stabile e funzionerà molto bene dopo il recupero (…) è un elemento estremamente importante per la banca e il sistema bancario italiano e un ulteriore elemento di svolta dopo l’accordo di una settimana fa sulle banche venete (…) I salvataggi bancari influenzeranno il debito italiano e non il deficit (…) ma non ci sono sicuramente altri focolai di crisi come quelli che sono stati chiusi in questi ultimi giorni (…)”
“Le banche devono fare il loro mestiere. Con le misure relative a Mps abbiamo rimesso in carreggiata la quarta banca del Paese, le Banche venete sono state assorbite da Intesa Sanpaolo, che sicuramente non ha problemi di credibilità. Tutte le altre banche devono cominciare ad accelerare il credito all’economia e a liberarsi più rapidamente del passato delle sofferenze nei loro bilanci”.