Il ministro dell’Interno Matteo Salvini entro fine marzo sarà giudicato dal Senato che dovrà dare il suo ok o meno all’autorizzazione a procedere contro di lui per il caso Diciotti.
La Giunta per le immunità di palazzo Madama mercoledì scorso al termine della relazione introduttiva del presidente Maurizio Gasparri aveva deliberato di fissare un termine di sette giorni per l’audizione del ministro dell’Interno, ma la convocazione non è ancora arrivata.
Lascio che ciascuno dei senatori legga i documenti e decida se io ho bloccato gli sbarchi, cosa che continuerò a fare, per la sicurezza degli italiani o per altri ragionamenti. Uno scambio Tav contro Diciotti? No, questa è la vecchia politica. Io faccio il ministro, continuerò a farlo con orgoglio. Ognuno pensi a cosa vuole votare in Senato. Io mi alzo e lavoro tranquillo.
Così oggi al Gr di Radio 1 Rai il vice premier Matteo Salvini torna a parlare proprio sul voto in Giunta al Senato. E nella stessa intervista il vicepremier rilancia il Sì Tav.
Voglio risolvere i problemi e finire le opere lasciate a metà. Se costa di più fermare un’opera e tornare indietro, che finirla e andare avanti togliendo tir dalle strade, inquinamento dall’aria e aiutando imprenditori e pendolari non capisco perché bisogna fermarsi. Di Maio dice che finché è al governo non si farà? Mi spieghi perché. Non ci sono tifosi del sì e del no. Mi spieghi perché, numeri alla mano, è sconveniente usare treni veloci che ci collegano al resto del mondo risparmiando inquinamento e risparmiando quattrini.
Il caso Salvini scuote la maggioranza e arrivano ieri sera anche le parole del presidente della Camera Roberto Fico a gettare benzina sul fuoco.
Semmai arrivasse una richiesta della magistratura nei miei confronti per qualsiasi questione, pregherei la Camera di mia appartenenza di dare l’autorizzazione senza se e senza ma.