ROMA (WSI) – Dopo il caso Aquarius, il ministro degli Interni Matteo Salvini torna a far parlare di sé e annuncia un censimento dei rom con l’espulsione di quelli illegali.
“Al Ministero mi sto facendo preparare un dossier sulla questione rom in Italia, perché dopo Maroni non si è fatto più nulla, ed è il caos (…) occorre una ricognizione sui rom in Italia per vedere chi, come, quanti (…) gli stranieri irregolari andranno “espulsi” con accordi fra Stati, ma i rom italiani purtroppo te li devi tenere a casa”.
Affermazioni che hanno fatto sì che Salvini fosse paragonato addirittura a Adolf Hitler. Immediata la replica dell’Associazione nomadi:
“Il ministro dell’Interno sembra non sapere che in Italia un censimento su base etnica non è consentito dalla legge (…) esistono già dati e numeri su chi vive negli insediamenti formali e informali e i pochi rom irregolari sono apolidi di fatto, quindi inespellibili. Ricordiamo anche che i rom italiani sono presenti nel nostro Paese dal almeno mezzo secolo e a volte sono ‘più italiani’ di tanti nostri concittadini”.
La proposta di Salvini di un censimento sui Rom “è aberrante”, dice il segretario reggente del Pd Maurizio Martina all’ANSA, così anche l’ex premier Gentiloni ha criticato aspramente l’iniziativa di Salvini.
“Ieri i rifugiati, oggi i Rom, domani le pistole per tutti. Quanto è faticoso essere cattivo“.
In serata poi il ministro dell’interno ha corretto il tiro:
“Non è nostra intenzione schedare o prendere le impronte digitali a nessuno, nostro obiettivo è una ricognizione della situazione dei campi rom. Intendiamo tutelare prima di tutto migliaia di bambini ai quali non è permesso frequentare la scuola regolarmente perché si preferisce introdurli alla delinquenza”.
Sul tema, ci sono un paio di video virali che girano in rete. Uno è quello di Enrico Mentana che ha citato e mostrato la schedatura degli ebrei in Italia negli Anni 30, dicendo “80 anni fa si cominciò a schedare” così. “Voglio farvi vedere una cosa sola”, ha detto Mentana: “la fotografia di una denuncia di appartenenza alla razza ebraica. e’ un documento del febbraio 1939, quando un cittadino di milano, Alberto Segre (padre della senatrice a vita Liliana Segre, ndr), andò davanti al rappresentante del Podestà a dire che lui si dichiarava di razza ebraica, come chiedeva la legge”.
Di seguito il video proprio della senatrice a vita Liliana Segre durante il voto di fiducia al governo Conte che ricorda la sua esperienza di deportata ad Auschwitz per sottolineare la sua opposizione a qualsiasi legge speciale contro i popoli nomadi.