Economia

Samsung, utili a picco (-95%) tra frenata dei consumi ed eccesso di microchip

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Colossi tecnologici in difficoltà. Con la frenata dei consumi di elettronica e l’eccesso globale di microchip, Samsung si aggiunge alla lunga lista nera e batte un -95,5% sugli utili trimestrali, giunti ai minimi degli ultimi 14 anni. Vediamo tutto nell’analisi.

Il record negativo

In particolare, Samsung ha riportato risultati peggiori del previsto nel primo trimestre. I profitti trimestrali del colosso sudcoreano, leader mondiale di chip di memoria e smartphone, hanno toccato il livello minimo degli ultimi 14 anni, scontando la minore spesa dei consumatori per l’elettronica e un eccesso globale di microchip che ha colpito il core business delle memorie.

I numeri del calo

Le vendite sono scese del 18% a 63.750 miliardi di won, l’utile operativo a 640 miliardi (-95,5% annuo) e l’utile netto a 1.570 miliardi (-86,1%). Samsung prevede che le condizioni di mercato rimangano difficili e punterà “sull’aumento della competitività tecnologica e sulla domanda di prodotti di fascia alta”.

La situazione dei chip

I chip di memoria, sia DRAM sia flash NAND, sono utilizzati in un’ampia varietà di prodotti e apparecchiature, dai personal computer e smartphone ai server di database. Ma la forte dipendenza del settore dai prodotti di consumo causa forti oscillazioni gestionali e di performance. Gli analisti hanno osservato che malgrado Samsung stia riducendo la produzione di chip DRAM e NAND semplici, aumenterà con ogni probabilità quella di semiconduttori di memoria più avanzati per soddisfare la domanda del mercato di alta fascia.

La frenata nel tech

È arrivato anche per il settore della tecnologia di consumo il momento del rimbalzo negativo dopo le performance da record del 2021: lo certificano le rilevazioni GfK, secondo cui le vendite in Italia nel 2022 sono calate del del -2,7%, facendo attestare il valore complessivo del mercato a fine anno a quota 17 miliardi di euro. I valori restano positivi se messi a confronto con i dati pre pandemia, con un +6% a valore rispetto al 2020 e un +16% rispetto al 2019.