Mercati

Sanders o Warren alla Casa Bianca, lo scenario che terrorizza Wall Street

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Nel 2016 la minaccia principale per i mercati era una sola: che Donald Trump potesse, con uno colpo di scena in cui in pochi credevano, diventare presidente degli Stati Uniti. Ai tempi la Bridgewater Associates, l’hedge fund fondato da Ray Dalio, aveva previsto una correzione superiore al 10% nel caso di una vittoria del magnate. Era solo una fra le tante previsioni firmate all’epoca da vari ed autorevoli analisti. Ma la storia andò in modo molto diverso: nei mesi che separarono l’elezione del tycoon dalla fine dell’anno Wall Street guadagnò l’8%. E anche dopo, se mai c’è stato un Trump-effect sui mercati, questo è stato complessivamente di segno positivo. Al punto che, quattro anni dopo, la riconferma di Trump alla Casa Bianca sembra essere l’unica speranza per evitare un brusco selloff sui mercati.

A spaventare gli analisti, oggi, è la reazione socialisteggiante rappresentata dai canditati Elizabeth Warren e Bernie Sanders, le cui promesse vanno complessivamente nella stessa direzione: tassare di più ricchi e le grosse compagnie per ridurre le diseguaglianze sociali. Una politica che, inevitabilmente, ridurrebbe i margini di profitto per le società con la possibilità che ciò si traduca in un’ondata di vendite sui mercati.

Quanto perdono i mercati se vincono i “socialisti”

Anche quest’anno, insomma, il pericolo per i mercati viene dagli outsider in corsa alle elezioni americane. Secondo Steven Gidumal, managing partner presso Virtus Capital, se Elizabeth Warren, Bernie Sanders o anche Pete Buttigieg fossero eletti, i mercati imporrebbero una correzione tra il 30 e il 50%, aveva dichiarato alla Cnbc. E ancora, il miliardario ed hedge fund manager Paul Tudor Jones aveva paventato una correzione del 25%, citando gli effetti nefasti della possibile imposta patrimoniale che Warren o Sanders accompagnerebbero alla loro elezione. Dello stesso parere (-25%) anche miliardario Leon Cooperman, mentre l’hedge fund manager Steve Cohen ha previsto un più contenuto ribasso nell’ordine del 10-15%. Ubs, Legg Mason e T. Rowe Price, non si sono arrischiate in previsioni precise, ma ritengono tutte la possibilità di una svolta “di sinistra” come un rischio per i rendimenti nel 2020. Difficile dire se, a differenza del 2016, le cassandre per i mercati si avvererebbero o meno.

Warren o Sanders alla Casa Bianca, le chance

Anche se si parla di probabilità di elezione, il caso di Donald Trump nel 2016 sembra invitare a una certa prudenza. Sulla base degli ultimi sondaggi, il democratico più rassicurante, Joe Biden, resta in testa davanti agli altri candidati più estremi. I margini, però, non possono dirsi tali da garantire la sua candidatura per le presidenziali. Secondo l’aggregatore di sondaggi Real Clear Politics il vantaggio di Biden su Sanders è di 8,5 punti, mentre la Warren segue Sanders di 4,1 punti.

Le possibilità di vincere nel testa a testa contro Donald Trump non sembrano differire più di tanto fra i vari candidati democratici. Secondo un sondaggio Cnn effettuato il 12-15 dicembre, Sanders e Biden avrebbero le stesse chance di vittoria finale contro l’attuale presidente: un consenso elettorale del 49% contro il 45% di Trump. Meno brillante la Warren, che “vincerebbe” raccogliendo un 47% contro il 46% del presidente.

A questo apparente svantaggio di Trump fa da contraltare il suo vantaggio nei cosiddetti swing states, gli Stati in cui la vittoria finale fra Repubblicani e Democratici è sempre in bilico e che di fatto decidono chi si aggiudica le elezioni.

Anche se gli 11 mesi che separano questo dicembre dalle elezioni sono ancora lunghi, in particolar modo per i canoni della politica odierna, non può essere esclusa una vittoria finale di un candidato democratico radicale. Sarebbe un ribaltamento politico forse ancor più forte di quello osservato, tre anni fa, nel passaggio di consegne fra Barack Obama e Donald Trump. E la politica americana ha già regalato clamorose sorprese.