NEW YORK (WSI) – Erano 9 milioni nel 2012 e sono diventati 11 milioni nel 2016 gli italiani che hanno dovuto rinviare o rinunciare a prestazioni sanitarie a causa di difficolta’ economiche. E’ quanto emerge dalla ricerca Censis-Rbm, presentata ieri in occasione del Welfare Day.
Sempre piu’ persone quindi non riescono a finanziarsi le prestazioni di cui avrebbe bisogno. In particolare a soffrire il problema sono 2,4 milioni di anziani e 2,2 milioni di millennials, ovvero i nati tra gli anni ’80 e il 2000. Tutto questo mentre la spesa privata per la salute pagata di tasca propria dagli assistiti ha ormai toccato quota 34,5 mld, il 3,2% e 80 euro a testa in più nel giro di soli due anni.
“L’universo della sanita’ negata tende a dilatarsi”, tra “nuovi confini nell’accesso al pubblico e obbligo di fatto di comprare prestazioni sanitarie”, spiega la ricerca Censis-Rbm Assicurazione Salute. Ma meno sanita’ vuol dire anche “meno salute per chi ha difficolta’ economiche”.
Una foto di gruppo impietosa, quella scattata dal Censis, che tocca i tanti nervi scoperti del Servizio sanitario nazionale. A partire delle liste d’attesa che poi sono una delle cause principali provocano la fuga dal Ssn e così la ricerca di un riparo presso le strutture e gli ambulatori privati.
Cresce intanto tra gli italiani la consapevolezza della necessità di trovare strade alternative per la copertura delle proprie spese per la salute e per avere accesso alla qualità: tra sistema pubblico in crisi e sanità privata che cresce, avanza così non a caso la voglia di sanità integrativa tra chi oggi ne è escluso.