ROMA (WSI) – Da molti indicata come odiosa e ingiusta, a pagare la tassa sanitaria in verità, il famoso ticket sanitario, sono pochi italiani.
Introdotto per la prima volta nel sistema sanitario nazionale nel 1989, il ticket sanitario è lo strumento con cui il cittadino compartecipa alle prestazioni mediche. È stata la Legge n. 537 del 1993 a regolamentare in maniera più specifica l’utilizzo del ticket, ma nel corso degli anni sono stati diversi gli interventi legislativi che ne hanno modificato natura e modalità di utilizzo, individuando anche le fasce di reddito esenti, che cioè non pagano il ticket, diverse a seconda delle regioni.
E proprio esibendo un’esenzione falsa o irregolare che un italiano su 10 truffa il sistema sanitario. Dagli ultimi dati, solo un quarto delle visite mediche specialistiche, esami e varie prescrizione sono relative a persone che pagano il ticket sanitario. In tutti gli altri casi invece a richiedere esami e controlli medici sono moltissimi esenti dal ticket sanitario molto probabilmente perchè sanno che non pagano e come tale chiedono maggiori controlli medici, facendone beneficiare anche altri familiari. Il risultato? Le Asl non ricevono neanche 1 euro e come tale il sistema sanitario perde risorse importanti.
Ma l’evasione fiscale nel sistema sanitario arriva anche dall’interno come il recente scandalo nel Lazio che ha preso il nome di Ticketopoli. Imprenditori della sanità in concorso con qualche operatore infedele dei Cup, i centri pubblici di prenotazione delle prestazioni in ospedali, ambulatori o laboratori Asl si sono intascati milioni di euro a spese del Servizio sanitario regionale, facendo passare i cittadini per evasori. Il sistema truffaldino funzionerebbe così: il cittadino paga di tasca propria una visita o un esame e per la stessa prestazione il Servizio sanitario regionale rimborsa per la seconda volta l’imprenditore sanitario o un impiegato sanitario compiacente che ottengono così introiti fino a dieci volte più alti.
Il risultato di questa situazione molto preoccupante è che le regioni in un solo anno intascano attraverso il ticket sanitario solo 3 miliardi di euro, una cifra molto esigua se si considera che il Fondo sanitario è pari a circa 111 miliardi di euro.