Economia

Sanità, per evitare aumento Iva si rischiano tagli pesanti alla sanità

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Per sterilizzare l’aumento dell’Iva nel 2019, si rischiano tagli pesanti alla sanità. È inoltre difficile, oltre che dispendioso, disinnescare la clausole di salvaguardia. Sono le rivelazioni del rapporto sulla politica di bilancio del 2019 dell’Ufficio diBilancio Parlamentare.

“La prospettiva di sostituzione delle clausole appare, perlomeno, di realizzazione complessa. Gli interventi di riduzione della spesa non dovrebbero verosimilmente interessare, se non in maniera limitata, le voci concernenti gli investimenti”.

Disinnescare le clausole, stratagemma introdotto con l’ultimo governo Berlusconi per rispettare i vincoli di bilancio Ue senza rinunciare agli investimenti, costerà caro. Si stimano 12 miliardi nel 2020 e 20 miliardi l’anno successivo, 32 in totale. Ma scongiurare un incremento dell’IVA è una delle priorità dei due partiti al governo, M5S e Lega.

Sono voci che il governo intende infatti potenziare. Dovrebbero essere risparmiate anche quelle riguardanti le prestazioni sociali, che “si aumentano con la manovra attuale”. Idem per i redditi da lavoro, che verranno incrementati dai rinnovi contrattuali”.

Investimenti: spesa sanità scende di 2 miliardi

Tenuto conto di tali esclusioni, la sanità è fortemente a rischio. “la spesa residua aggredibile, rappresentata in buona parte dalla spesa sanitaria, sarebbe oggetto di riduzioni consistenti. Un ambito di intervento potrebbe riguardare – come sostenuto da anni – le cosiddette tax expenditure, anche se la legge di bilancio ne proroga alcune”.

La fase espansiva dell’economia italiana “si è nettamente indebolita” e gli ultimi dati “hanno accresciuto i fattori di rischio” tanto che “data la manovra, il conseguimento dei nuovi obiettivi programmatici di finanza pubblica è esposto a una serie di elementi di criticità”.

L’Ufficio Parlamentare di Bilancio sottolinea inoltre che per il 2019 “il quadro di finanza pubblica presenta caratteri di transitorietà, per una serie di interventi una tantum sulle entrate e temporanei sulle uscite”. Il governo giallo verde è avvisato.

Spesa pubblica: difficile trovare la quadra

Come testimonia l’accantonamento di 2 miliardi di euro a garanzia della tenuta del saldo, c’è incertezza. “In particolare riguardo al disegno effettivo e alla realizzabilità delle misure. L’UPB cita come esempio “il programma aggiuntivo di dismissioni immobiliari“.

Il Rapporto sottolinea anche che le modifiche alla manovra introdotte nell’iter parlamentare ne hanno cambiato la qualità tanto da portare ad un calo, anziché un aumento, degli investimenti. Secondo l’Upb, infatti, si è determinata “un’inversione di segno nell’effetto netto complessivo sulla spesa in conto capitale“. Ossia a investimenti a fini produttivi.

Nel 2019 secondo la versione iniziale della manovra tale spesa veniva aumentata di circa 1,8 miliardi rispetto agli andamenti tendenziali, mentre nella versione definitiva viene ridotta di 2 miliardi“.