Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.
(WSI) –
Lo ha sancito persino l’ultima vignetta di Altan: molti italiani, anche di sinistra, pensano con qualche invidia che sarebbe bello avere pure qui un Sarkozy. Un politico energico e anticonformista che a differenza di Prodi non promette le quote rosa, ma le donne al governo le mette sul serio. E che se avesse avuto il potere in Campania per dieci anni, a quest’ora qualche inceneritore l’avrebbe costruito: a costo di chiamare l’esercito a presidiarlo, invece di andare a zonzo per i telegiornali come Bassolino a recitare la parte della vittima. Più che le sue idee, che non piacciono a tutti, in tanti vorrebbero importare il suo carattere, così diverso da quello esangue dei nostri paladini che se la fanno sotto davanti a un vescovo.
Hai mai provato ad abbonarti a INSIDER? Scopri i privilegi delle informazioni riservate, clicca sul
link INSIDER
Ma niente paura, si tratta dell’ennesimo autoinganno. In realtà quelli come Sarkò noi non li abbiamo mai voluti. E rischia grosso il sindaco Chiamparino ad atteggiarsi a Sergiò, promettendo tolleranza zero coi drogati. In Italia un Sarkozy, come già un Reagan o una Thatcher, non riuscirebbe a entrare in politica. E anche se ce la facesse, verrebbe spazzato via da un sistema che detesta i bisturi del chirurgo e pretende di essere curato solo con le aspirine della mutua e gli intrugli degli stregoni. Messo alla prova, persino l’uomo nuovo Berlusconi si è rivelato soltanto l’ennesimo democristiano, incapace di prendere decisioni nette e coraggiose o comunque messo nell’impossibilità di prenderle. Rassegniamoci: l’Italia non sarà mai il Paese veloce e tosto dei Sarkò, ma sempre quello morbido, avvolgente e sostanzialmente immobile dei Veltrò.
Copyright © La Stampa per Wall Street Italia, Inc. Riproduzione vietata. All rights reserved