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Saudi Aramco brucia nuovi record, capitalizzazione tocca $2 mila miliardi

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Continua in territorio da record il debutto in Borsa della Saudi Aramco. Dopo i rialzi registrati ieri, primo giorno di contrattazione, oggi i titoli del colosso petrolifero saudita, quotati sul listino di Riyad,  hanno continuato a guadagnare terreno, salendo fino a 38,7 riyal (l’equivalente di 10,32 dollari), che porta il valore di mercato dell’intera società all’obiettivo ambito il principe Mohammed bin Salman, ovvero quota $2 mila miliardi.

Una capitalizzazione di mercato, che supera di quasi mille miliardi le big americane quotate a Wall Street, nei primi posti della classifica delle più grandi al mondo, ovvero Apple  (1.200 miliardi di dollari), Microsoft (1.140) e Alibaba (1.051).

Aramco da sola vale più dei cinque big petroliferi Exxon, Total, Royal Dutch Shell, Chevron e Bp messi insieme. L’Eni vale 50 miliardi.

Per capire la grandezza della Ipo, il Pil l’Italia si aggira sui 2 mila miliardi di dollari, il Brasile è poco sotto il valore di Saudi Aramco.

Debutto boom

L’Ipo di Saudi Aramco è stata lanciata nella giornata di ieri, con il titolo che ha debuttato sull’indice della borsa di Riyad Tadawul.

Aramco ha raccolto 25,6 miliardi di dollari nella più grande Ipo di sempre, vendendo azioni a 32 riyal per singola azione, per una valutazione della società pari a 1,7 trilioni di dollari. Sul mercato è andato l’1,5% del capitale. Oltre l’80% delle azioni collocate in fase di sottoscrizione iniziale è infatti finito in mano a investitori sauditi, in buona parte legati al governo.

L’attuale valutazione di Aramco potrebbe non essere sostenibile nel lungo periodo, avvertono gli analisti. Gli asset manager internazionali, secondo Bernstein, le attribuiscono in media un valore di 1.260 miliardi di dollari.

L’impatto dell’Ipo sui mercati emergenti

“Dopo l’IPO da record di Aramco, il titolo fresco di collocamento sarà presto incluso negli indici azionari globali, tra cui i benchmark dei mercati emergenti (EM) dei principali fornitori di indici, MSCI e FTSE. Dato il basso flottante dell’1,5% l’impatto iniziale sarà marginale, ma considerate le immense dimensioni dell’azienda gli investitori dovrebbero tenere sotto controllo i prossimi movimenti degli indici. MSCI ha annunciato che assegnerà ad Aramco un flottante preliminare dello 0,5% che si tradurrà in un peso di circa lo 0,15% nell’ambito dell’MSCI Emerging Markets Standard Index con un afflusso passivo di circa 700 milioni di dollari. L’esercizio della “Greenshoe” in vista dell’operazione è stato negato sui media e MSCI non ne ha fatto menzione, il che significa che per il momento è improbabile che si avranno ulteriori afflussi. MSCI prevede di includere Aramco al termine delle negoziazioni nella giornata di martedì 17 dicembre” ha commentato Tim Love, responsabile strategie azionarie Paesi Emergenti di GAM Investments.

Obiettivi della Ipo

Quello di collocare in Borsa la Saudi Aramco è un progetto lanciato, circa tre anni fa da Mohammed bin Salman all’interno della sua “Vision 2030”, il progetto di riforma che ha l’obiettivo di rendere l’Arabia Saudita, meno dipendente dal petrolio e sempre di più e dall’alta tecnologia e dai servizi.
La quotazione mira inoltre a raccogliere fondi per dare un po’ di sollievo alle casse dello stato, alle prese con un deficit in forte aumento, per via del calo del prezzo del Brent.

Arabia Saudita alle prese con impennata deficit

L’economia del paese dipende ancora ampiamente dalle esportazioni di petrolio. I prezzi del petrolio in flessione (un barile di greggio Brent è attualmente valutato vicino a $ 63) hanno spinto il deficit del bilancio del paese (l’importo di cui la sua spesa supera le sue entrate) ad allargarsi.

Nel 2018, i dati del ministero delle finanze del Regno, indicavano un disavanzo previsto intorno a 136 miliardi di riyal (o circa 36 miliardi di dollari). Si prevede che sarà un importo simile nel 2019. E nel 2020, il regno prevede che il deficit si estenderà a $ 50 miliardi, ha detto il ministro delle finanze del regno ad ottobre, secondo Reuters.