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Far ripartire l’economia tricolore dopo l’emergenza sanitaria è l’obiettivo dei bond perpetui proposti dal presidente della Consob Paolo Savona nel suo messaggio al mercato.
I bond perpetui: cosa sono e come funzionano
I bond perpetui sono titoli pubblici senza scadenza, che garantiscono una cedola fissa esentasse, “uno strumento tipico delle fasi belliche, alle quali la vicenda sanitaria è stata sovente paragonata” ha detto Savona.
Le obbligazioni pubbliche irredimibili (consols) potrebbero riconoscere un tasso d’interesse, esonerato fiscalmente, pari al massimo dell’inflazione del 2% che la Bce si è impegnata a non superare nel medio termine. In parallelo, aggiunge, bisogna agevolare la formazione di capitale di rischio in sostituzione dell’indebitamento.
La sottoscrizione di obbligazioni irredimibili, ha precisato Savona, “sarebbe ovviamente volontaria e l’offerta quantitativamente aperta”.
In altri paesi le emissioni di consols sono state seriamente discusse e forme simili attuate, ma nessun esperimento pratico di questo tipo è stato tentato. Se i cittadini italiani non sottoscrivessero questi titoli, concorrerebbero a determinare decisioni che, ignorando gli effetti di lungo periodo di un maggiore indebitamento pubblico, creerebbero le condizioni per una maggiore imposizione fiscale. Emettere titoli irredimibili sarebbe quindi una scelta dai contenuti democratici più significativi perchè, se sottoscritti, limiterebbero i rischi per il futuro del Paese e, di conseguenza, gli oneri sulle generazioni future, quelle già in formazione e quelle che verranno”.
Savona rilancia la criptomoneta pubblica
Il presidente della Consob nel suo messaggio ha anche reiterato la proposta di una “criptomoneta pubblica” con cui “il sistema dei pagamenti si muoverebbe in modo indipendente dalla gestione del risparmio, che affluirebbe interamente sul mercato libero, cessando la simbiosi tra moneta e prodotti finanziari, affidandone la gestione in modo indipendente ai metodi messi a punto dai registri contabili decentrati e dalla Scienza dei dati”.
Alcuni Paesi come la Cina e la Russia, forti di loro autonomi protocolli, intendono realizzarla nell’intento sia di avvantaggiarsene a scopi di riequilibrio geopolitico economico, sia di proteggersi dagli effetti sgraditi, quali la perdita di controllo delle informazioni nazionali, e da quelli graditi, come l’impossessamento di quelle dei paesi concorrenti. Perciò, le relazioni internazionali, invece di convergere verso una soluzione comune, tendono a complicarsi ulteriormente”.