Per molti non si tratterà neanche di un vero e proprio scoop, dal momento che è radicata l’idea secondo cui la Germania godrebbe di vari trattamenti di favore dall’Europa in generale, e dall’Unione europea in particolare. Gli stessi saranno tuttavia sorpresi nell’apprendere, stando almeno a quanto riporta il Financial Times, che stavolta il favoritismo è arrivato dalla Bce di Mario Draghi, e che a essere “graziata” è stata la banca numero uno in Germania, ovvero Deutsche Bank. Altro che tensioni tra la Bce e la Germania.
Scrive l’FT:
“A Deutsche Bank è stato accordato un trattamento speciale negli stress test dell’estate”. Stress test che sono stati concepiti per “ripristinare la fiducia nelle banche europee, attraverso la valutazione di tutte le finanze (degli istituti), usando lo stesso metodo”.
Così, evidentemente, non è stato:
“La banca numero uno della Germania – che ha visto il proprio titolo crollare fino a -22% nelle ultime settimane sulla scia dei timori legati alla multa da $14 miliardi comminata dagli Usa – ha presentato i risultati degli stress test di luglio come prova della solidità delle sue finanze. Ma il Financial Times ha appreso che il risultato di Deutsche Bank è stato sostenuto da una concessione speciale che è stata accordata dal suo supervisore, la Banca centrale europea”.
Esattamente:
“I risultati di Deutsche Bank includono ricavi, per un valore di $4 miliardi, relativi alla vendita della partecipazione nella banca cinese Hua Xia, sebbene l’accordo non fosse stato completato entro la fine del 2015″.
Il quotidiano britannico va avanti, sottolineando che la vendita della quota in Hua Xia è relativa a un accordo che è stato raggiunto nel dicembre del 2015. Ma tale transazione non è tuttora completata e, anzi, rischia anche un ulteriore ritardo, in quanto non sono state rispettate tutte le scadenze imposte dalle autorità di regolamentazione.
“Il trattamento legato a Hua Xia è stato comunicato attraverso una nota a fondo pagina, nei risultati degli stress test su Deutsche Bank. Nessuna delle altre 50 banche sottoposte a stress test hanno però presentato note simili, nonostante molte di esse avessero raggiunto accordi su transazioni poi non completate alla fine del 2015. In un caso, la banca spagnola Caixabank aveva completato la vendita del suoi asset stranieri per un valore di 2,65 miliardi di euro, alla sua società madre Criteria Holding a marzo (del 2015). Nonostante ciò, a questo istituto non venne consentito di includere l’impatto di quella vendita nei suoi risultati”.
Così al Financial Times Chris Wheeler, analista presso Atlantic Equities:
“Il trattamento riservato a Deutsche Bank lascia perplessi. Le circostanze indicano che è inevitabile che gli osservatori di mercato saranno sospettosi e avranno qualche preoccupazione sulla veridicità (e affidabilità) di questi risultati”. Dopo che Deutsche Bank è stata sottoposta agli stress test, è emerso che il Common Equity Tier 1 di capitale era sceso al 7,8% – negli stress test si contemplano scenari peggiori di multe, bassi tassi di interesse, bassa crescita economica. Senza il contributo di Hua Xia, il ratio sarebbe stato pari al 7,4%, comunque sempre al di sopra del minimo stabilito dalle autorità di regolamentazione. Tuttavia, il risultato migliore ha indubbiamente rassicurato gli investitori sempre più timorosi per l’adeguatezza dei livelli di capitale della banca”.
Così Nicolas Véron di Bruegel, il think tank di Bruxelles, ha auspicato che sia la Bce che l’Autorità bancaria europea, che ha supervisionato i test, “spieghino e difendano le loro scelte metodologiche”, che dovrebbero, afferma, “essere applicate in modo uniforme e senza trattamenti speciali. Ovviamente questa regola vale per tutte le banche che sono importanti da un punto di vista sistemico, come Deutsche Bank”.