Le accuse mosse contro l’attuale direttrice del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva, mentre si trovava alla Banca Mondiale, “costituiscono una forma di corruzione istituzionale” e un “abuso” di autorità che andranno indagate a fondo. Lo scrivono 331 ex dipendenti della stessa Banca Mondiale in una lettera indirizzata all’istituzione internazionale, che avrebbe favorito la Cina nel report Doing Business, con il contributo della stessa Georgieva. Secondo gli autori della missiva questa condotta pone “rischi senza precedenti alla reputazione”, della Banca Mondiale.
Georgieva, cosa è successo
Le azioni attribuite alla Georgieva dallo studio legale WilmerHale di New York “devono essere affrontate con un’azione decisa e sostanziale per ripristinare la fiducia pubblica nei dati e nelle statistiche della banca, sul fatto sono liberi da ogni manipolazione politica e strategica. Diversamente la fiducia pubblica nei confronti dei prodotti, servizi e politiche sarà erosa”, hanno affermato i firmatari della lettera, i cui contenuti sono stati pubblicati sul Financial Times.
La Georgieva, secondo le accuse, sarebbe stata “coinvolta direttamente” nel miglioramento dei dati relativi all’attrattività della Cina in un momento in cui il Paese avrebbe potuto contribuire a un sostanziale aumento di capitale della Banca Mondiale.
Già nei giorni scorsi la testata The Economist aveva chiesto le dimissioni della direttrice del Fondo monetario, la cui credibilità potrebbe essere seriamente minata dal possibile coinvolgimento della Georgieva nel caso cinese.
Mentre le pressioni sembrano aumentare attorno all’economista bulgara sembra, da indiscrezioni di stampa, che la stessa segretaria del Tesoro Usa, Janet Yellen, abbia smesso di risponderle al telefono. Nel frattempo un portavoce della Georgieva ha ribadito la sua estraneità rispetto ai fatti attribuiti: “Ha sempre agito con integrità a supporto delle istituzioni per le quali ha lavorato”.