Economia

Schaeuble era pronto a dare 50 miliardi in cambio di Grexit

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ATENE (WSI) – Se il ministro greco delle Finanze Yanis Varoufakis avesse accettato di lasciare l’area euro, il suo omologo tedesco era pronto a dare al suo paese 50 miliardi.

Sono le rivelazioni fatte da una fonte di alto livello che ha parlato personalmente con Wolfgang Schaeuble.

Il ministro tedesco viene desritto dalla fonte, citata da Euractiv, come un vero europeo che non ha nulla contro la Grecia, ma che è un paladino delle misure di rigore per una causa che ritiene giusta.

Schaeuble riteneva che il governo di sinistra di Syriza avrebbe preferito lasciare l’area euro piuttosto che rimanere alle condizioni imposte dai creditori. In particolare dopo che in un referendum il popolo greco si è rifiutato di appoggiare le proposte dei creditori.

Schaeuble aveva in mente una cifra esatta, 50 miliardi di euro per l’appunto, da concedere ai greci se avessero veramente lasciato la moneta unica. I soldi sarebbero stati prelevati dai debiti per 35 miliardi che la Grecia deve all’Ue da qui al 2020 e dal ricavato che la Bce avrebbe fatto con i bond greci.

I 50 miliardi sarebbero serviti al governo per creare un nuovo sistema finanziario. Nella logica di Schaeuble se un paese lascia l’unione in maniera ordianta, la procedura d’uscita dev’essere la stessa per tutti. Anche se il Regno Unito dovesse lasciare l’Ue. Il piano potrebbe essere dunque precursore di quanto avverrà in futuro se un paese vorrà abbandonare ordinatamente l’unione.

Il premier Tsipras però ha preferito ascoltare il volere del popolo ellenico che voleva rimanere nell’euro. Il prezzo da pagare è stato decisamente alto. Storicamente parlando le condizioni imposte alla grecia sono molto più dure di quelle imposte ad altri paesi nel passato.

Oggi il premio Nobel Paul Krguman, sostenitore insieme a Stiglitz e altri economisti illustri del no all’austerity nel referendum di inizio luglio si è lamentato dicendo di aver sopravvalutato il governog reco, dicendo stupito del fatto che non avessero pronti un piano B nel caso i creditori si fossero rifiutati di accordare i prestiti necessari per evitare il default di Atene.

(DaC)