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Gli scioperi negli USA continuano ad aumentare. Non solo nel settore auto

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I lavoratori in tre grandi stabilimenti automobilistici (General Motors, Ford e Stellantis) hanno indetto uno sciopero a mezzanotte negli Stati Uniti a causa dell’assenza di un accordo contrattuale.

Uno sciopero senza precedenti nella storia sindacale automobilistica americana, con un impatto significativo a causa dell’interdipendenza delle tecnologie e dei componenti tra i vari stabilimenti. Il sindacato che ha indetto gli scioperi, la United Auto Workers (UAW), prevede un aumento delle proteste per mettere pressione sulle aziende e ottenere compromessi accettabili, inclusi aumenti salariali del 40% in quattro anni, migliori benefici e una riduzione della settimana lavorativa. La situazione ha un impatto più ampio sull’industria automobilistica degli Stati Uniti.

In un paese come gli Stati Uniti, con solo il 10% di lavoratori iscritti ad un sindacato, si sta osservando una notevole crescita di scioperi, oltre ad una maggiore attenzione e sostegno da parte dell’opinione pubblica e della politica verso le rappresentanze sindacali.

Quello del settore auto infatti è solo l’ultimo di una lunga serie di scioperi che negli ultimi anni ha interessato gli Stati Uniti: dipendenti di grosse aziende come Kellogg’s e UPS e sindacati degli insegnanti hanno infatti dato via a scioperi di varia natura per ottenere salari adeguati al costo della vita e condizioni lavorative migliorate rispetto a quelle che si sono stabilite nei recenti decenni. Ottenendo in alcuni casi vittorie insperate fino a pochi anni fa.

I primi grandi scioperi in USA dell’ottobre 2021

La prima ondata di scioperi è iniziata nell’ottobre 2021, quando diversi lavoratori si sono fermati negli Stati Uniti.

Tra questi ci furono i 1.400 dipendenti degli stabilimenti americani di Kellogg’s, i 10.000 dipendenti di John Deere, centinaia di infermieri e dipendenti di Kaiser Permanente nel settore sanitario, e migliaia di lavoratori di piccole e medie imprese in tutto il paese. Un’ondata di scioperi che prese il nome di “Striketober“, coniato dalla deputata democratica Alexandria Ocasio-Cortez. Nonostante le differenze nelle industrie, le ragioni alla base delle proteste sono simili: tutti cercano salari più elevati, orari di lavoro meno gravosi, miglioramenti nei piani pensionistici e, soprattutto, sistemi di assicurazione sanitaria più completi. Sia per Kellogg’s che per John Deere, gli scioperi finirono con successo, dopo che fu trovato un accordo vantaggioso per gli operai.

E nel 2022 gli scioperi non solo sono continuati, ma anche aumentati: un report del Bureau of Labor Statistics mostrano che il numero di lavoratori coinvolti in uno sciopero di grandi dimensioni negli Stati Uniti è stato di 120.600 nel 2022, un aumento rispetto agli 80.700 del 2021.

In un paese come gli Stati Uniti, dove scioperi e proteste sono rari, l’attuale ondata di agitazioni sindacali suscita interrogativi sul panorama lavorativo americano. Sempre per il Bureau of Labor Statistics, i lavoratori scioperano per una serie di ragioni specifiche:

Ad esempio, molti operatori sanitari hanno scioperato per rispondere alla necessità di migliorare il rapporto personale-pazienti e migliorare l’assistenza ai pazienti. Questo problema è diventato ancora più urgente durante la pandemia. Altri lavoratori hanno scioperato per migliorare gli orari di lavoro, ottenere ferie retribuite o mantenere l’assistenza sanitaria e i benefici pensionistici . Negli ultimi anni i grandi scioperi degli insegnanti pubblici si sono spesso concentrati su questioni quali la necessità di avere classi più piccole e investimenti in servizi e strutture per studenti e famiglie.

La recente serie di scioperi comprende quelli organizzati da UAW e dai lavoratori affiliati alla Screen Actors Guild e alla Federazione americana degli artisti televisivi e radiofonici (SAG-AFTRA), con la partecipazione di circa 160.000 persone dallo scorso luglio. Secondo la storica del lavoro Lane Windham, intervistata dal Washington Post, tutti questi scioperi fanno parte di una più ampia ridefinizione dei rapporti tra aziende, lavoratori e governo americano:

È probabile che nei prossimi cinque-dieci anni assisteremo a molte più azioni collettive tra i lavoratori e molti più scioperi. Un’intera generazione di giovani lavoratori sta vedendo gli attori che picchettano fuori dagli studi, e questo sta avendo un’enorme influenza.

Quali azioni sindacali hanno avuto successo (e quali invece no)

Oltre ai già citati casi di Kellogg’s e John Deere, anche recentemente gli sciopero hanno avuto i loro frutti: nel 2021 i dipendenti dell’azienda di dolci Nabisco, una delle più importanti al mondo e che produce i biscotti Oreo e Ritz, hanno scioperato per più di un mese perché degli accordi all’interno dei contratti di lavoro non erano stati rispettati. Dopo un mese di stop, si raggiunse un accordo che comprese aumenti salariali, maggiori contributi ai conti dei lavoratori e un bonus di 5.000 dollari. Ma anche scioperi nel settore sanitario e dell’istruzione, come quelli nella Columbia University e nelle scuole di Minneapolis; in entrambi i casi gli scioperi portarono a modifiche nel contratto dei docenti come aumenti salariali e convenzioni sanitarie.

Recentemente, il sindacato Teamsters ha minacciato uno sciopero da parte dei 340.000 membri della società di spedizioni UPS per ottenere migliorei nei contratti dei fattorini, come un aumento significativo dei salari per i lavoratori part-time che costituiscono la maggior parte dei membri Teamster nell’azienda. Solo la minaccia di uno sciopero ha convinto i dirigenti ad accettare le proposte del sindacato ed evitare uno stop che avrebbe paralizzato il settore.

Ma non tutti queste azioni si sono concluse con successo. I quasi 1000 dipendenti della Warrior Met Coal a marzo 2023 sono tornati a lavorare dopo due anni di sciopero, uno dei più lunghi della storia degli Stati Uniti negli ultimi anni. Il sindacato United Mine Workers non ha però mai raggiunto un accordo per avere un nuovo contratto.