New York – I porti di Los Angeles e Long Beach sono inattivi da ormai una settimana, con i lavoratori che non avevano alcuna intenzione di tornare a renderli operativi prima che si trovasse un accordo di massima. Lo sciopero e’ costato all’economia Usa un miliardo di dollari al giorno.
L’allarme sembra essere rientrato, con gli impiegati che paiono intenzionati a interrompere la protesta che va avanti da ormai una settimana. Se cosi’ non fosse il rischio e’ quello di una paralisi commerciale su grande scala, in un periodo critico per il trasferimento di merci sotto Natale. Il pericolo e’ che si registri un rincaro dei prodotti vari, per via del blocco dei container che arrivano via cargo in Usa.
Da un terzo alla meta’ potrebbero rimanere paralizzati, se sindacati e datori di lavoro non troveranno un accordo al piu’ presto. La situazione in California e’ talmente grave da aver costretto il governo federale a intervenire per mediare e portare le due parti a un’intesa.
I sindacacati e le aziende hanno trovato ieri un primo accordo per lasciare che un mediaore federale si occupi di trovare una soluzione comune per interrompere uno sciopero che va avanti ormai da una settimana.
Gli impiegati dei porti di Los Angeles e Long Beach hanno compromesso le attivita’ nel conglomerato maggiore dei porti dell’area sudoccidentale americana negli ultimi giorni.
Il raggiungimento di una prima intesa, annunciato dal sindaco di L.A. Antonio Villaraigosa, ha fatto tirare un sospiro di sollievo al presidente Obama e ai mercati.
Un portavoce dell’associazione delle societa’ portuali Usa, che rappresenta operatori dei terminal e commercianti, ha fatto sapere, tuttavia, che le parti sono “ancora molto distanti” tra loro. Non si conosce la data e ora in cui i colloqui riprenderanno.
L’obiettivo comune e’ quello di evitare di subire altre perdite, gia’ stimate a diversi miliardi di dollari. Lo sciopero ha cusato i maggiori disagi nel commercio cargo dei due porti gemelli dal 2002.
L’ultimo sciopero ha costretto almeno 18 container a cambiare rotta e scaricare le merci in altri porti nella parte settentrionale della California, cosi’ come in Messico e a Panama. Ben sette navi sono state bloccate solo lunedi’.
Altri 13 container marittimi sono stati fermati ieri e costretti a gettare l’ancora in alto mare, a distanza dai due porti di Los Angeles e Long Beach, senza poter scaricare le merci.
Li’ resteranno, in attesa che si trovi una soluzione. Dopo una settimana passata incrociando le braccia, oggi gli impiegati dei due porti dovrebbero tornare al lavoro.