Non si arresta l’ondata di pessimismo sulla crescita italiana nel 2019. Dopo che Fmi, Bankitalia hanno tagliato a +0,6% l’aumento atteso del Pil per l’anno in corso, c’è chi scommette su una flessione ancora più significativa.
Si tratta dell’istituto di ricerche Ref che, in un’analisi dal titolo ‘Economia in stagnazione’, anticipa per il 2019 una crescita del Pil nulla, mentre deficit e debito pubblico saliranno. Si tratta di stime nettamente inferiori a quelle del Governo, che mette in conto per quest’anno una crescita almeno dell’1%.
Secondo l’istituto di ricerca, nell’anno in corso il Prodotto interno lordo italiano non farà segnare variazioni, a fronte di un incremento dello 0,9% nel 2018. Um miglioramento è messo in conto per il 2020, quando il Pil segnerà un aumento dello 0,8%.
Le anticipazioni del Ref arrivano pochi giorno dopo un’analisi di della Cgia di Mestre, da cui è emerso che dall’inizio del 2000 fino al 2018 il Pil italiano è cresciuto mediamente dello 0,2 per cento ogni anno.
Cattive notizie anche sul fronte di deficit e debito. A fronte di un’economia in stagnazione, il rapporto deficit/Pil quest’anno finirà per salire al 2,1% dall’1,9% del 2018, per poi crescere ulteriormente al 2,3% nel 2020. Male anche il rapporto tra debito e Pil, che quest’anno arriverà al 132,3% dal 131,5% del 2018, per salire al 132,9% nel 2020.
Tra i fattori di incertezza che gravano sul quadro economico, l’istituto di ricerca punta il dito su quelli di natura politica.
“I nodi della finanza pubblica saranno da sciogliere soprattutto nel 2020 […] la partita delle politiche di bilancio è ancora tutta da giocare, e nuove fasi difficili sono da mettere in conto”.
Le previsioni di Ref escludono la clausola di salvaguardia, fatta eccezione per l’aumento di un punto dell’Iva, e contemplano un ridimensionamento degli investimenti pubblici.