ROMA (WSI) – Il bonus Irpef di 80 euro per chi guadagna meno di 25 mila euro lordi l’anno promesso e garantito dal governo, e per il quale con il Def sono state annunciate le coperture, in parte è già stato ipotecato dai contribuenti che dovranno far fronte quest’anno a pesanti aumenti della nuova Tasi, e delle addizionali Irpef comunali e regionali.
Secondo un «focus» della Uil servizi politiche territoriali le tasse locali “mangeranno” nei prossimi otto mesi oltre il 40 per cento del bonus di 80 euro previsto dal governo Renzi e che scatterà con la busta-paga del 27 maggio.
Se con una mano il contribuente beneficerà dell’aumento mensile delle detrazioni Irpef, garantito da maggio a dicembre, con l’altra mano dovrà tirare fuori 35 euro al mese in più rispetto allo scorso anno tra introduzione della Tasi (la tassa sugli immobili che ha sostituito l’Imu da quest’anno), le addizionali Irpef comunali (in rapido aumento) e le addizionali Irpef regionali (in sicuro aumento almeno in quattro regioni).
Il lavoratore dipendente preso in esame dal «rapporto» è quello che sta sostanzialmente nella media e dovrebbe prendere gli 80 euro pieni: guadagna 18 mila euro lordi all’anno (1.200 netti al mese) e ha una casa di proprietà in una zona semiperiferica.
Un condizione modesta che gli consente di entrare in pieno nel target del governo e di beneficiare del bonus che spenderà per le prime necessità. ma purtroppo la sua busta paga è esposta alla voracità dei Comuni, che stanno mettendo in atto aumenti di Tasi e addizionali, e delle Regioni che, con i conti sanitari in dissesto, sono costrette a ricorrere al rincaro delle aliquote.
Alla fine dell’anno Cipputi, il lavoratore dipendente medio, si troverà in tasca i 640 euro che saranno erogati per i prossimi otto mesi, ma dovrà sapere che il conguaglio dell’aumento delle addizionali comunali Irpef gli sottrarrà 12 euro, quello delle addizionali regionali gli toglierà 36 euro e l’effetto dell’aumento per l’intero 2014 della Tasi gli costerà 230 euro tondi considerando che lo scorso anno l’Imu non si è pagata (o si è pagata solo parzialmente con la mini-Imu).
A conti fatti la “bolletta” da saldare all’erario sarà di 278 euro che, sottratti ai 640 sui quali pensava di contare, fanno esattamente 362 euro che riducono al 56 per cento il beneficio promesso dal governo. Il guadagno netto in busta paga in questo modo si dimezza.
«Renzi con la stessa tenacia con cui ha ridotto l’Irpef nazionale, dovrebbe fare altrettanto per evitare gli aumenti della fiscalità locale», spiega Gugliemo Loy, segretario confederale della Uil. Ed in effetti le notizie che arrivano dal fronte dei Comuni che avranno tempo fino al 31 maggio per deliberare le nuove aliquote, non annunciano niente di buono.
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