Dopo le parole infuocate di Salvini sui casi delle navi cariche di migranti è il vicepremier Luigi Di Maio a gettare benzina sul fuoco e nelle ore scorse ha sferrato un nuovo attacco alla Francia. Di Maio ha speso parole durissime sulla Francia, parlando di immigrazione, che userebbe “il franco delle colonie” per finanziare il suo debito pubblico a spese dei Paesi africani, accusando così Parigi di “impoverire l’Africa” aggravando la crisi migratoria.
Parole durissime che hanno portato il ministro per gli Affari europei, Nathalie Loiseau, a convocare l’ambasciatore italiano. Si apre così una crisi diplomatica tra i due paesi che mette in ballo tanti dossier che potrebbero penalizzare il settore industriale tricolore. Secondo i calcoli di Kmpg, tra il 2000 e il 2018 sono state realizzate operazioni italo-francesi per 112 miliardi di euro che, per i due terzi, hanno visto i francesi come acquirenti.
A sperare in una distensione dei toni in primis Fincantieri che ad un anno dalla formalizzazione dell’intesa raggiunta con il governo di Emmanuel Macron e a quasi due dal contratto preliminare di acquisizione del 50% di Stx, ha visto l’accordo rimesso in discussione dalla petizione congiunta alla Commissione Europea di Francia e Germania. Parigi appare anche nel bollente dossier di Alitalia. Per il riassetto dell’ex compagnia di bandiera, Fs si trova a scegliere tra due alleati industriali: la cordata Air France Klm e Delta, o Lufthansa.
No i francesi non c’entrano nulla, tanti altri potrebbero entrare nel capitale”.
Così sul futuro di Alitalia il vice presidente del Consiglio, Matteo Salvini, commentando a ‘Radio anch’io’ su Radio1, le possibili conseguenze dei rapporti con Francia e Germania dopo le polemiche sul franco africano.
Rischiano poi di andare in rotta di collisione con il governo anche i rapporti di un altro gruppo francese, Vivendi, primo azionista di Tim con circa il 24%. Sul versante italiano c’è poi il destino della nuova linea ad alta capacità Torino-Lione. Il 9 gennaio scorso la commissione tecnica incaricata dal Mit ha consegnato l’analisi costi-benefici che, insieme con l’analisi giuridica, andrà condivisa nel Governo e con la Francia.
Le industrie francesi hanno fatto fino a poco tempo fa shopping in Italia per 70 miliardi di euro, quando un’industria italiana, Fincantieri, cerca di rilevare un azienda francese fanno ricorso alle autorità europee. Insomma…noi siamo e rimarremo europei ma non siamo fessi”.
Così sempre il vice presidente del Consiglio, Matteo Salvini.