Non è neppure nata e già emergono i primi ostacoli per il lancio da parte di Facebook della criptovaluta Libra. Presentata al mercato due giorni fa, la moneta digitale del social network, che in teoria dovrebbe essere lanciata nel 2020, fa già parlare non solo per il carattere ambizioso che la contraddistingue ma anche per lo scetticismo mostrato nelle ultime ore da regolatori, banche e esponenti politici.
Negli Stati Uniti, Maxine Water, a capo del Comitato per i Servizi Finanziari della Camera, ha chiesto di bloccare lo sviluppo della moneta virtuale fino a quando il Congresso e le autorità di regolamentazione non avranno esaminato il problema. La richiesta della parlamentare nasce dalle preoccupazioni sulle conseguenze che la moneta digitale potrebbe avere sulla privacy e la sicurezza dei dati.
“Facebook ha dati su miliardi di persone e ha ripetutamente dimostrato poca attenzione per la protezione e l’uso di questi dati“, ha affermato Water, facendo riferimento allo scandalo di Cambridge Analytica con cui l’azienda di Zuckerberg ha perso fiducia agli occhi dell’opinione pubblica . “Con l’annuncio che intende creare una criptovaluta, Facebook continua la sua espansione incontrollata ed estende la sua portata alla vita dei suoi utenti“.
Dubbi sulla criptovaluta di Facebook sono arrivati anche dall’Europa. La Francia, attraverso il suo Ministro delle Finanze Bruno La Maire ha chiesto garanzie sul potenziale utilizzo delle criptovalute per il riciclaggio del denaro. Dubbi simili sono stati sollevati dal governatore della Banca d’Inghilterra Mark Carney che ha sottolineato la necessità che la valuta virtuale sia sottoposta a controlli stringenti.
Un no secco al progetto è arrivato anche dalla Russia.Il presidente della Commissione della DUMA per i mercati finanziari, Anatoly Aksakov, ha già detto che Mosca non riconoscera1 la criptovaluta di Facebook, Libra. Secondo Aksakov, la valuta digitale che Facebook intende lanciare nel 2020 potrebbe rappresentare un pericolo per il sistema finanziario del Paese.