La Svezia, il Paese che in rapporto alla sua popolazione ha ospitato il maggior numero di migranti in Europa, si sta allontanando sempre più dall’Unione Europea: i sondaggi pubblicati negli ultimi giorni dall’istituto Tns Sifo mostrano che solo il 39% degli svedesi ritiene che l’adesione all’Ue sia una buona cosa; erano il 59% a sostenerlo appena lo scorso autunno. L’ultimo sondaggio, pubblicato ieri, dallo stesso istituto, mostra invece che, in caso di Brexit il 36% degli svedesi vorrebbe seguire l’esempio del Regno Unito e uscire dall’Unione Europea, mentre solo il 32% opterebbe per la permanenza.
L’opinione del popolo svedese riflette l’ascesa dei movimenti politici più duri nei confronti nelle scelte di Bruxelles, con il partito anti-immigrati salito nei sondaggi e vicino al 20% dei consensi, almeno a quanto risultava dalle intenzioni di voto dello scorso dicembre. Sono più di 160mila i migranti arrivati in Svezia l’anno scorso, con picchi di 10mila arrivi al giorno lo scorso novembre. Ciò ha portato il governo a reintrodurre i controlli alle frontiere e a rivedere la politica di solidarietà che tradizionalmente ha caratterizzato la storia del Paese scandinavo.
Secondo il Sifo i risultati, particolarmente favorevoli agli euroscettici, potrebbero essere stati influenzati dalla nuova metodologia d’indagine basata su questionari online e non su interviste individuali. Resta, in ogni caso un avvertimento chiaro a Bruxelles, impegnata in ogni modo a evitare che la Brexit ponga precedenti allettanti per altri Paesi come la Svezia.
“Se ci sarà una Brexit, allora questo solleverà molte domande in merito all’impatto sull’Ue e sulla membership svedese”, dice Göran von Sydow ricercatore di scienze politiche presso l’Istituto svedese per gli studi politici europei, il rischio è che l’uscita del Regno Unito faccia sentire soli Stati come la Svezia, che si troverebbero in Europa, ma fuori dall’area euro.