Tornano le vendite sugli asset italiani, con gli investitori che dopo un momento di sollievo iniziale iniziano a rendersi conto che le cose non cambieranno presto per l’Italia e anzi, con le prospettive di un ritorno al voto, i partiti anti sistema di M5S e Lega finiranno per uscire rafforzati dopo che è stato “impedito” loro dal Quirinale di formare il governo con Paolo Savona al Tesoro.
Salvini si è imputato sul nome del professore 82enne, che la Lega ha preferito al braccio destro del suo leader, Giancarlo Giorgetti – nome che proponeva Sergio Mattarella – nella convinzione che se si torna alle urne, il partito ne uscirà ancora più rafforzato. Salvini è sicuro di non avere nulla da perdere, ma solo da guadagnare. Potrebbe infatti anche ottenere la maggioranza con la coalizione di centro destra. Il suo però è un gioco pericoloso.
Se andrà da sola la Lega, con la sua retorica anti europea e anti “poteri forti”, potrebbe puntare a soffiare altri voti agli altri partiti di destra, in una sorta di Opa del centro destra. Ma difficilmente avrebbe i numeri per ambire a diventare il primo partito.
Il mercato italiano, dapprima sollevato dalle prospettive del fallimento di un governo che voleva spendere e aumentare il deficit, ha alla fine preso la strada dei ribassi dopo un avvio in cui la Borsa di Milano saliva di anche l’1,5%. Complice il calo delle banche ora il Ftse MIB è nervoso e fa fatica a tenere i livelli di parità.
Intanto sul mercato secondario i rendimenti dei BTp decennali sono tornati a crescere in area 2,43% e lo Spread con i Bund ad allargarsi, un sintomo di un aumento del rischio paese. La prossima “vittima” della tensione in ascesa sui mercati finanziari potrebbe essere l’euro, il cui slancio positivo iniziale sul Forex sta via via svanendo.
Già si fa sentire tensione per voto anticipato
Anche se nel programma di governo, nella versione definitiva del contratto firmato da Lega e M5S, non veniva citato il meccanismo di uscita dall’euro come nella bozza iniziale, il fatto che qualcuno avesse inserito quell’idea nell’agenda e il fatto che il professore Savona fosse a favore dell’uso della minaccia di un’uscita unilaterale dall’area euro per forzare la mano a Bruxelles e a Berlino, aveva innervosito i mercati negli ultimi tempi. Il capo del Quirinale aveva capito che la nomina di Savona avrebbe mandato un messaggio “anti europeista” agli investitori stranieri, sebbene un meccanismo di addio all’area euro non fosse presente in programma e fosse difficilmente attuabile.
Per uscire dall’euro l’Italia dovrebbe prima cambiare la costituzione – all’articolo 75 – in modo da potersi permettere di rivedere i trattati europei. Poi dovrebbe lanciare un referendum contro la moneta unica e vincerlo. Ma in un governo del cambiamento con Savona capo del Tesoro, i mercati avrebbero probabilmente scontato da subito la possibilità di un piano B di uscita dall’area euro. Era la paura di Mattarella, che ora deve vedersela con un’altra minaccia: quella di un impeachment avanzata dal M5S.
Ma anziché guardare solo all’operato di Mattarella, il leader dei pentastellati Luigi Di Maio dovrebbe anche nutrire dei dubbi sulla strategia di quello che stava per diventare il suo alleato della coalizione. Salvini sta tentando probabilmente un’Opa sul centro destra. Il ragionamento è semplice: anziché rischiare di perdere consensi in un governo a fianco del M5S, alla Lega conviene forse di più che si tengano al più presto elezioni anticipate. E infatti Salvini lo chiede già insistentemente.
La possibilità che il nuovo governo anti sistema potesse prendere iniziative irreversibili verso l’attuazione del piano B anti euro, aveva creato turbolenze sui mercati, i quali sono abituati alle sorprese e ai cambiamenti politici in Italia, ma non a tanto trambusto. Ora il “governo neutrale” che vuole Mattarella e che sarebbe guidato da Carlo Cottarelli, economista keynesiano soprannominato “l’uomo dei conti” per il ruolo ricoperto come commissario della spending review sotto il governo Letta, dovrà presentarsi davanti al Parlamento e chiedere una fiducia che è tutt’altro che assicurata.
Va notato che senza un esecutivo scatteranno automaticamente le clausole di salvaguardia che prevedono un incremento dell’IVA per circa 15 miliardi di euro. Oltre alla gestione di questo dossier urgente e complesso, il governo traghettatore, se si formerà, avrà probabilmente anche il mandato di riscrivere la legge elettorale per garantire idealmente maggiore stabilità. Il voto anticipato si potrebbe tenere in autunno non prima di settembre – ottobre.
Le notizie positive e quelle negative per i mercati
Gli analisti di Banca Akros sono giunti a queste conclusioni: la notizia positiva sul breve termine per i mercati è che la struttura costituzionale italiana può mettere un freno al populismo euro scettico. La costituzione funge anche da limite alle spese in deficit e dall’eventuale meccanismo di addio all’Eurozona, che come visto starebbe un processo, difficile, lungo e tortuoso.
La cattiva notizia, sostengono sempre gli strategist, è invece che la campagna elettorale è già iniziata con il M5S e la Lega che dicono di agire in nome della democrazia. Se votano compatti in parlamento, per esempio, hanno il potere di impedire la nascita di un governo tecnico neutrale che faccia da traghettatore alle elezioni anticipate.
Se poi la coalizione anomala anti sistema dovesse essere confermata nel voto di questo autunno, i partiti tradizionalisti si stringerebbero in un fronte più “responsabile” e filo europeo. In quel caso il voto di settembre – ottobre si trasformerebbe in una specie di “referendum sull’area euro”, dal quale più difficilmente si potrebbe tornare indietro.
I mercati sono tesi e aspettano di vedere quali saranno i prossimi sviluppi prima di prendere una direzione decisa. Sarà importante vedere cosa farà e con chi schiererà la Lega nelle prossime importanti decisioni politiche. In tutti casi bisognerà prepararsi – mercati e cittadini italiani – a un’estate molto calda di accesa campagna elettorale.