ROMA (WSI) – Il primo grande ostacolo che si troverà ad affrontare il nuovo governo, qualunque esso sia, è il tanto temuto aumento dell’IVA.
Oggi infatti servono 30 miliardi di euro per congelare gli scatti del 2019 e del 2020, rispettivamente per l’aliquota ridotta dal 10% all’11,5% e al 12% dal 2021 mentre per quella ordinaria fino al 25%. Occorre scongiurare il previsto aumento dell’Iva – aveva gridato giorni fa la Coldiretti – in una situazione in cui i consumi continuano a rimanere stagnanti.
“Il rincaro dell’Iva colpirebbe anche beni di prima necessità come carne, pesce, yogurt, uova, riso, miele e zucchero con aliquota al 10 per cento e vino e birra con aliquota al 22% con effetti drammatici sui redditi delle famiglie più bisognose e sull’andamento dei consumi in settori come quello alimentare che è determinante per sostenere la ripresa in atto. La spesa alimentare è la principale voce del budget delle famiglie dopo l’abitazione con un importo complessivo di 215 miliardi ed è quindi un elemento importante per la ripresa dell’economia”.
Se la formazione del governo è in una fase di stallo totale, i partiti impegnati nelle consultazioni sanno bene che la partita dell’imposta sui consumi, l’Iva, è quella più importante. Giorni fa il leader della Lega Matteo Salvini aveva aperto una breccia:
“Sì ad un governo che si faccia carico di fare in fretta e bene poche cose: una legge elettorale sul modello per le elezioni regionali, oltre a bloccare aumenti di Iva e accise”.
Oggi le parole di Di Maio proprio sulla questione del possibile aumento dell’Iva, al termine dell’incontro con il Capo dello Stato al Quirinale nell’ambito delle consultazioni per la formazione del nuovo governo
“Secondo me non dobbiamo aspettare neanche la formazione del Governo: c’è il Def e lì dentro va scongiurato e poi fissato in un provvedimento di legge“.