Il CEO Riccardo Sciutto racconta il nuovo corso dell’azienda tra heritage e sostenibilità
A cura di Francesca Gastaldi e Margherita Calabi
“Sono nato in mezzo al cuoio… ho rubato con gli occhi il mestiere di mio padre”, si definiva così Sergio Rossi, fondatore del brand di calzature Made in Italy diventate negli anni sinonimo di glamour ed eleganza femminile.
La storia del marchio inizia in Emilia Romagna, a San Mauro Pascoli. In questa terra, destinata a inaugurare una grande tradizione calzaturiera, Sergio Rossi comincia ad avvicinarsi al mestiere del padre, sapiente calzolaio, fino ad aprire ne- gli anni ‘60 il calzaturificio omonimo. In questo periodo sono in pieno fermento le vicine città balneari come Rimini, celebrata da Federico Fellini nella pellicola Amarcord.
Dalla vicinanza con il grande regista nasce una leggenda: le décolleté indossate da Anita Ekberg nella pellicola La Dolce Vita sembrano proprio essere quelle di Sergio Rossi. La sua è una storia di successo che porterà il brand alla fama internazionale.
Riccardo Sciutto, CEO del marchio
Acquistata nel 2000 dal gruppo Gucci, poi assorbito dal francese Kering, nel 2016 l’azienda torna in mani italiane, grazie all’acquisizione da parte del fondo Investindustrial. Il ritorno alla grande tradizione artigianale del passato, ma anche la profonda attenzione ai temi della sostenibilità diventano le basi su cui Riccardo Sciutto, CEO di Sergio Rossi, fonda la strategia di crescita del brand. In soli quattro anni e con la massima libertà conferitagli dal fondo proprietario ha cambiato management, aperto mercati e potenziato la parte produttiva. “Il primo obiettivo che mi sono posto è stato quello di rendere indipendente l’azienda a livello energetico.
Oggi il 20% dell’elettricità utilizzata nella produzione di calzature è generata da 3.500 metri quadrati di pannelli fotovoltaici. Dal primo gennaio di quest’anno il 100% del nostro acquisto di energia elettrica arriva da impianti a fonte rinnovabile.
Ho investito anche sul capitale umano, mettendo le persone al centro di questo progetto”. L’azienda è oggi composta da una fabbrica moderna con un’area di 10.000 metri quadri dedicata alla produzione e un edificio di 7.000 metri quadri che raccoglie le attività creative, gestionali e tutti gli uffici. L’insieme architettonico è capace di produrre 1.500 paia di scarpe al giorno.
Il nuovo corso dell’azienda, improntata alla sostenibilità ambientale e sociale, oggi si riflette anche nelle importanti iniziative di welfare aziendale (tra queste il 90% di contratti permanenti e le assunzioni duplicate per i dipendenti sotto i 30 anni). Vi è poi una grande attenzione per le comunità locali, con la creazione di nuove opportunità e iniziative per fornitori e lavoratori. Questi punti strategici sono stati stabiliti in conformità con il Global Compact delle Nazioni Unite di cui Sergio Rossi è membro.
L’ingresso dello stabilimento a San Mauro Pascoli
Rispetto per l’ambiente e uno stile di vita sostenibile sono anche le premesse da cui prende spunto il progetto Beyond sr Shoes. “Questa iniziativa è nata con l’obiettivo di raccontare le nostre intenzioni e condividerle con il cliente, mostrando il mondo che si cela dietro la produzione delle calzature”, racconta il CEO. L’hashtag del progetto, non a caso, è #BeTheChange: un invito a promuovere un modo di vivere più rispettoso.
“La grande novità è che siamo riusciti a coinvolgere un ampio pubblico facendo un bilancio di sostenibilità, un report annuale che viene pubblicato ormai da 3 anni sul sito e con il quale invitiamo le persone a vivere in modo più sostenibile, partendo dalle piccole cose.
L’idea che con il mio lavoro e con il nostro approccio in azienda possiamo dare una speranza in più anche a chi verrà dopo mi aiuta ad avere una prospettiva più solida. Lo faccio con la testa, ma anche con il cuore”.
I tacchi dell’archivio Living Heritage
Per riscoprire l’essenza di Sergio Rossi, nel 2017 è stato lanciato il progetto Living Heritage: un archivio digitale, ma anche un percorso espositivo che ripercorre la storia del marchio attraverso più di 6.000 modelli vintage, restaurati e catalogati, oltre a lookbook e immagini pubblicitarie. “Quando sono arrivato in azienda, mi sono messo alla ricerca delle calzature più iconiche del brand. Ricordo ancora di aver trovato le prime a Berlino, in un negozio vintage, ne ho poi trovate altre su internet e partecipando ad alcune aste.
Mi sono quindi chiesto come rendere fruibile a tutti l’eredità eccezionale di Sergio Rossi: così è nata l’idea del progetto Living Heritage. L’archivio rappresenta oggi il cuore dell’azienda, la memoria storica di quello che abbiamo fatto e di quello che stiamo facendo”.
Il percorso espositivo, creato in collaborazione con l’architetto Marco Costanzi, è suddiviso in tre sezioni: La Galleria delle Forme, che ripercorre la storia del brand attraverso l’elemento che da sempre lo caratterizza (la forma), il Living Archive, uno spazio di consultazione e ricerca dove è conservata la collezione vintage e infine il Living Emotions, uno spazio espositivo in cui ci si immerge nel mondo di Sergio Rossi attraverso i modelli più iconici.
Nell’ambito del progetto di riscoperta dei valori del marchio la fabbrica a San Mauro Pascoli, centro produttivo e creativo del brand, è diventata una sorta di museo d’arte contemporanea: all’interno della struttura architettonica, firmata da Ermanno Previdi, sono ospitate opere d’arte site-specific realizzate esclusivamente da artisti italiani.
La galleria delle forme nell’archivio Living Heritage
Impegno e responsabilità sociale sono anche i punti cardine delle scelte messe in campo oggi: il brand ha deciso di dare il suo contributo per l’emergenza sanitaria, determinata dalla diffusione del Covid-19, donando 100 mila euro all’Ospedale ASST Fatebenefratelli Sacco di Milano. Il marchio ha inoltre promosso l’iniziativa Shoes Make a Difference, destinando il 100% delle transazioni effettuate tra il 14 e il 20 marzo scorso sull’e-commerce di Sergio Rossi (sergiorossi.com) alla lotta contro il Coronavirus. “Nella situazione di emergenza che stiamo vivendo porre attenzione al capitale umano, in un’ottica di sostenibilità, vale ancora di più”, sottolinea Sciutto. “In azienda la mia responsabilità è anche quella di tutelare i miei artigiani. Dobbiamo cercare di affrontare questo momento difficile senza mettere in difficoltà i nostri lavoratori”.
Il CEO ricorda con grande rispetto il fondatore scomparso lo scorso 2 aprile. “Sergio Rossi è stato un maestro ed è stato un grande onore per me averlo incontrato e avergli presentato l’archivio all’inizio di quest’anno. La sua vi- sione e il suo approccio rimarranno la nostra guida nella storia del marchio e del business. Amava le donne ed era in grado di catturare la loro femminilità in un modo unico, creando l’estensione perfetta della gamba attraverso le sue scarpe. La nostra lunga storia è partita dalla sua incredibile visione e ricorderemo per sempre la sua creatività”.
Quali sono, infine, gli obiettivi futuri?
“Sono sicuramente diversi da quelli che ci eravamo prefissati il primo gennaio di quest’an- no. È importante cogliere questo momento storico come un’opportunità per ridisegnare in maniera radicale tutta la struttura di quello che facciamo. Alla fine di questa emergenza saremo diversi ed è necessario anticipare questo trend: non dobbiamo pensare a quello che facevamo ieri perché vale come esperienza, ma non più come regola.”
Sergio Rossi si è spento il 2 aprile, all’ospedale di Ce- sena, dopo essere risultato positivo al Covid-19. Aveva 85 anni. Con lui se ne va uno dei decani del distretto calzaturiero di San Mauro Pascoli.
L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di aprile del magazine Wall Street Italia.