Si è concluso l’atto più importante per l’assegnazione dei diritti televisivi per la trasmissione delle partite della Seria A nel prossimo triennio. A spuntarla è stata DAZN, che per la prima volta in quasi vent’anni è riuscita a sottrarre a Sky il predominio sulle partite di campionato.
La società guidata da Leonard Blavatnik ha ottenuto il via libera da parte dei club per la trasmissione dei 7 partite a giornata in esclusiva e 3 in co-esclusiva, per un prezzo di 840 milioni di euro a stagione. Battuta dunque l’offerta di Sky, che si era fermata a quota 750 milioni di euro.
Per molto tempo la scelta fra le due offerte è stata oggetto di indecisioni. Nonostante il supporto da parte di Inter, Juventus e Milan nei confronti della più ricca offerta di DAZN, altri club erano più dubbiosi sulle possibili conseguenze del netto cambio di abitudini che sarebbe stato richiesto ai 5 milioni di abbonati Sky.
Per Sky resterà a disposizione un più ristretto gruppo di partite, i cui diritti saranno pagati circa 70 milioni di euro. L’entrata complessiva, fra l’offerta DAZN e Sky arriverebbe così a quota 910 milioni per il triennio 2021-2024, in calo del 6,47% rispetto ai 973 milioni annui incassati nel triennio precedente. A tanto ammonterà, a conti fatti, il calo di interesse da parte delle emittenti per l’acquisizione dei diritti sportivi. Un allontanamento, lo ricordiamo, giustificato dal calo delle entrate pubblicitarie durante la pandemia e dalla crescente concorrenza dei servizi digitali come Netflix.
Per gli spettatori il pacchetto necessario per guardare tutte le partite di Serie A, secondo quanto scrive la Gazzetta, andrebbe a costare 30 euro al mese. Per gli appassionati abituati a Sky si potrebbe porre il problema della connessione internet di banda larga necessaria a fruire del servizio DAZN, esistente esclusivamente streaming (da qui il soprannome di “Netflix dello sport”).
Secondo DAZN, “il 99% delle famiglie italiane può dotarsi di una connessione a banda larga con diverse tecnologie”. Allo stato attuale, però, il 60% delle famiglie non usufruisce di servizi internet su rete fissa a o non hanno una connessione fissa a banda ultra banda, ha ricordato il ministro dell’Innovazione, Vittorio Colao.