Sta per iniziare la partita più importante per la spartizione della torta dei diritti tv della Seria A del prossimo triennio. Domani le venti squadre della massima lega calcistica italiana voteranno quale offerta accettare fra quella di Sky o quella di DAZN. Quest’ultima è considerevolmente più elevata: 840 milioni di euro contro i 750 offerti da Sky.
Il vincitore della gara, che arriverà a conclusione entro lunedì 29 marzo, si aggiudicherà la fetta principale dei diritti per la trasmissione delle partite. Le squadre di Serie A restano combattute sul da farsi, stando a quanto affermano fonti vicine al processo di gara raggiunte dal Financial Times. Si tratta di una decisione sofferta perché da un lato si è consapevoli dell’abitudine ormai consolidata fra gli appassionati, per i quali le partite di campionato sono collegate all’abbonamento Sky. Dall’altro la pandemia ha colpito duramente le casse delle società, che per tale ragione potrebbero essere propense ad accogliere l’offerta migliore sul piatto, e quella di DAZN vale il 12% in più.
Anche per le società di broadcasting il calo delle entrate pubblicitarie dovuto all’era Covid avrebbe ridotto la propensione a investire massicciamente sui diritti degli eventi sportivi. Per DAZN, tuttavia, il progetto della quotazione in Borsa potrebbe aver incoraggiato un atteggiamento più aggressivo rispetto a quello del competitor.
La votazione di martedì scorso si sarebbe conclusa senza una maggioranza sufficiente, benché 11 squadre, incluse Milan, Juventus e Inter, avessero votato a favore di DAZN. Altri otto club si sono astenuti, mentre un altro è risultato assente. Per raggiungere la decisione occorre una maggioranza di 14 voti.
Dopo l’ultimo nulla di fatto Sky aveva scritto ai venti club che la sua offerta sarebbe stata confermata anche dopo la scadenza del 29 marzo. Dura la replica di DAZN: “Il tentativo di Sky, laddove non gestito rapidamente e fermamente, rischia di minare irreparabilmente l’integrità della gara per i diritti tv […] un simile tentativo avrebbe l’effetto di alterare, distorcere, influenzare o sovvertire lo svolgimento della procedura di gara”.