SEUL (WSI) – La Corea del Nord è disposta a parlare con gli Stati Uniti. Lo rende noto il presidente della Corea del Sud parlando ad un gruppo di funzionari di alto livello provenienti da Pyongyang. Una vittoria diplomatica non da poco per Seul.
“Il dialogo tra Nord Corea e Stati Uniti deve realizzarsi presto per trovare una soluzione fondamentale alla questione”.
Così ha dichiarato il portavoce Kim Eui-kyeom. Secondo quanto riferito da una nota dell’Ufficio Presidenziale sud-coreano, Cheng Wa Dae, la Corea del Nord avrebbe espresso sufficiente volontà di colloqui con gli Stati Uniti.
Questi i comunicati ufficiali ma il dietro le quinte ha un respiro diverso. Il disgelo tra Washington e Pyongyang è arrivato dopo che venerdì scorso il presidente Donald Trump aveva annunciato sanzioni contro oltre 50 compagnie di trasporto navale legate alla Nordcorea e società commerciali, definendole le più pesanti di sempre. Di risposta in una nota diffusa dall’agenzia ufficiale Kcna, il ministero degli Esteri nordcoreano aveva affermato che, come abbiamo più volte ripetuto, considereremo qualsiasi restrizione contro di noi un atto di guerra e non fermeremo gli Usa se hanno veramente i nervi per confrontarsi con noi in maniera brutale.
Ora il disgelo a cui ha dato man forte il presidente di Seul dopo la fine delle Olimpiadi Invernali. La Corea del Nord è disponibile a tenere colloqui con gli Usa: è il messaggio che è stato trasmesso dal generale Kim Yong-chol, a capo della delegazione nordcoreana giunta oggi al Sud per la chiusura delle Olimpiadi, nell’incontro di circa un’ora avuto con il presidente Moon Jae-in a PyeongChang, prima dell’inizio della cerimonia, in base a quanto riferito dall’Ufficio presidenziale.
Il presidente Moon ha lavorato instancabilmente per allontanare gli Stati Uniti e la Corea del Nord da ciò che egli considerava una rotta di collisione, esortandoli ad avviare colloqui. La partita in gioco è alta e le posizioni tra i due paesi divergenti con la Corea del Nord che insiste per essere riconosciuta come Stato nucleare e afferma che discuterà dei suoi programmi di armamento nucleare solo se Washington acconsente a discutere di una più ampia riduzione delle armi intorno alla penisola coreana.