MILANO (WSI) – In Europa il focus dei mercati è rimasto incentrato sulle trimestrali societarie e sull’andamento delle materie prime, petrolio in primis. Recuperano quota le quotazioni del greggio, sopra $33 a New York e nei pressi di $36 nel caso del contratto Brent. A Piazza Affari il Ftse Mib ha oscillato nervosamente, frenato dall’ennesima volatilità dei titoli delle banche, MPS in testa, che nel finale ha ridotto le perdite comunque consistenti, -4% circa.
Nelle ultime battute hanno recuperato terreno anche Unicredit +1,48%, Ubi Banca +1,26%. Sotto pressione invece Bper e BPM. proprio il recupero dei bancari ha permesso all’indice Ftse Mib di accelerare al rialzo, con +0,80% a 17.623,07 punti.
Boom di Saipem, che ha segnato un rally di quasi +8%. Molto bene FCA, con un rialzo superiore a +4%, sulla scia di indiscrezioni su possibili eventuali operazioni di M&A alla vigilia del Salone di Ginevra. In particolare i rumor fanno riferimento alla valutazione dell’opzione, da parte del gruppo guidato da Sergio Marchionne, di una integrazione con la francese PSA. Un’occasione per discutere tra i vari big mondiali dell’auto sarà il Salone dell’auto di Ginevra, al via domani.
Sul valutario fari puntati ancora sulla sterlina dopo i cali consistenti subiti nei confronti del dollaro la settimana scorsa. Gli analisti di UBS ritengono che un eventuale scenario di Brexit siglato dal referendum del prossimo 23 giugno potrebbe portare la valuta britannica a perdere -20% circa del suo valore, e a raggiungere la parità nei confronti dell’euro. Cambio Euro/dollaro venduto, con un calo che ha portato la moneta unica sotto la soglia di $1,09, a $1,0863 circa. Il dollaro ha accelerato al ribasso sullo yen, bucando la soglia di JPY 113.
Sul fronte macro , diffusi i dati preliminari sull’inflazione in area euro e in Italia. I numeri confermano quanto il mercato temeva: dopo cinque mesi di tempo la regione è sprofondata nuovamente in una fase di deflazione, a dimostrazione dell’inefficacia delle misure di stimolo monetario straordinarie della Bce.
Quotazioni dell’oro in crescita oltre $1.232 l’oncia.
Inizia male la settimana per i rialzisti di Borsa in Asia, con l’azionario cinese che accusa a un certo momento anche un crollo di quattro punti percentuali, tornando sui livelli visti a novembre di due anni fa.
Al G20 di Shanghai l’analista del gruppo Shenwan Hongyuan, Qian Qimin, ha detto a Bloomberg di ritenere che “il boom del mercato immobiliare potrebbe attirare sempre più investimenti e gli investitori hanno paura che questo possa prosciugare la liquidità dal mercato azionario”. Il che significherebbe crollo dei prezzi di Borsa e probabile scoppio di una bolla immobiliare nell’economia di un paese che è già in frenata. Il vertice del G20, come prevedibile, non ha portato alcun risultato concreto e senza altre manovre di stimolo monetario all’orizzonte, improvvisamente la Borsa cinese e in particolare l’indice di Shanghai hanno iniziato le contrattazioni con uno scivolone più pesante del -4%.