ROMA (WSI) – E’ il fallimento totale dell’Abenomics, la serie di misure di stimoli economici lanciati dal premier Shinzo Abe per combattere contro la deflazione e risollevare al contempo l’economia giapponese. Il Pil giapponese, contrariamente alle attese degli analisti, è sceso -1,6% su base annua nel trimestre luglio-settembre, contro la crescita +2,1% attesa e dopo il tonfo -7,3% del secondo trimestre.
Due trimestri consecutivi di crescita negativa implicano la condizione di recessione tecnica. Su base trimestrale, la flessione è stata -0,4%. Immediata la reazione sul mercato valutario, con il dollaro che ha testato un nuovo record in sette anni sullo yen, balzando fino a 117,04, al massimo dall’ottobre del 2007.
L’indice Nikkei della Borsa di Tokyo è scivolato di quasi -3%. “Questa non è assolutamente una situazione in cui dovremmo continuare a discutere su un incremento dei tassi sui consumi – ha commentato in una intervista rilasciata a Reuters Etsuro Honda, professore universitario e consulente economico del premier Abe – Il dibattito deve focalizzarsi su come sostenere l’economia giapponese”.
E di fatto lo stesso governo guidato da Abe ha deciso di rinunciare all’aumento dell’Iva. Per Yoshito Sakakibara, direttore esecutivo della divisione di ricerca sugli investimenti di JP Morgan, fa notare che di norma “la prima stima del Pil è molto lontana dalla realtà, soprattutto per il fatto che non abbiamo ancora a disposizione le componenti per valutare bene il capex, che ha inciso molto sul forte calo. Dunque, dobbiamo attendere la seconda stima sul Pil. Ma la prima impressione è che l’economia è debole in modo scioccante”. (Lna)
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