Sabato 22 dicembre si è verificato a Washington D.C. il blocco parziale delle attività amministrative (il cosiddetto shutdown). Al momento non ci sono accordi in vista anche se, stando ad alcune dichiarazioni, sembrerebbero esserci dei progressi nelle trattative politiche tra Democratici e Repubblicani.
Secondo le stime di Amundi, “Questo shutdown proseguirà nel 2019 e spetterà al 116esimo Congresso degli Stati Uniti, insediatosi il 3 gennaio, trovare una soluzione alla questione nonostante non esista una vera e propria maggioranza”.
Per ora l’impatto economico appare limitato, ma quello sulla fiducia degli attori economici dipenderà dalla durata del blocco. Se la situazione perdurerà, si stimano perdite pesanti.
A titolo comparativo, secondo i calcoli del Bureau of Economic Analysis, lo shutdown (totale) dell’ottobre 2013, durato 16 giorni, determinò nel quarto trimestre del 2013 un calo dello 0,3% su base annua del PIL reale per la prima economia al mondo.
Stando ad altre stime, citate sempre da Amundi nel suo report sullo shutdown e sulle prospettive dei mercati obbligazioni nel 2019, in ognuno dei 16 giorni dello shutdown andarono in fumo 1,5 miliardi di dollari.