Si rafforza l’asse occidentale contro la Russia. E in prima linea oltre al Regno Unito, che tenta di avere una risposta all’attacco chimico di Salisbury contro l’ex spia dell’intelligence militare russa (Gru) Serghei Skripal, ci sono ora anche gli Stati Uniti.
Ieri l’amministrazione Trump ha emesso un il vero primo provvedimento anti-Russia. Si tratta in pratica di sanzioni contro “cinque entità” e “19 individui” accusati di aver interferito nelle elezioni presidenziali del 2016 e di aver condotto “attacchi informatici devastanti contro infrastrutture strategiche degli Stati Uniti”. Così si legge nel comunicato diffuso oggi, 15 marzo 2018, dal ministro del Tesoro, Steven Mnuchin.
La risposta della Russia non si è fatta attendere. Il Ministero degli Esteri ha detto che di contro Mosca allargherà la lista nera degli americani non graditi nel territorio russo. Si consumerà da un momento all’altro, poi, la ritorsione per la decisione di Londra di espellere 23 diplomatici russi dal Regno Unito.
Nello stesso giorno, Robert Mueller ha ordinato alla Trump Organization di consegnare tutti i documenti sulla Russia e relativi ad altre questioni indagate, secondo due fonti del New York Times. È la prima volta che si viene a sapere che il procuratore speciale che indaga sulle interferenze russe nelle elezioni presidenziali statunitensi e sulle collusioni tra Mosca e lo staff di Donald Trump ha chiesto dei documenti direttamente collegati agli affari dell’attuale presidente.
L’intreccio diventa dunque sempre piú complicato da decifrare. E la crisi diventa internazionale. Sempre ieri, sul caso della ex spia russa, Gran Bretagna, Usa, Francia e Germania hanno sottoscritto una dichiarazione congiunta che mette alla sbarra Mosca. Lo riporta Downing Street notando che i leader alleati, aggiornati da Londra, condividono il punto di vista secondo cui “la mancata risposta della Russia alle legittime richieste del Regno ne sottolinea la responsabilità”. I 4 condannano inoltre quello che definiscono “il primo attacco con agente nervino in Europa dalla seconda guerra mondiale”.
Mentre circolano teorie cospirazioniste secondo cui dietro l’avvelenamento della ex spia ci sarebbero Ue e USA che vogliono scongiurare Brexit e tornare uniti contro la minaccia russa, la certezza della prova resta però importante prima di scatenare definitive crociate.
Il caso Skripal non è certo il primo di intossicazione di questo genere. Prima agente del KGB in epoca sovietica, poi del nuovo servizio segreto russo, l’FSB, Aleksandr Litvinenko morì da cittadino britannico nel 2007, ucciso dai suoi ex compagni, con un paio dei quali prese un té di troppo in un sushi bar londinese. Un té al polonio. Fu assassinato, secondo tutti i commentatori, su mandato d’un vecchio collega, un tempo suo pari grado: Vladimir Putin.