“Non siamo ancora in guerra, ma quasi. La Banca centrale europea e le autorita’ di Bruxelles devono monitorare molto da vicino la situazione in Italia, e preparare i piani di emergenza per intervenire a soccorrerla da una crisi di credito”. Il premio Nobel per l’economia Robert Mundell, intervistato dalla Stampa, invita l’Europa a “non farsi trovare imprepapata di fronte alle necessita’ di intervenire” e a “predisporre subito i piani e le risorse necessarie”.
“Quando l’euro fu introdotto, l’Italia aveva un rapporto del 120% tra debito e prodotto interno lordo. Ora, oltre dieci anni dopo, il rapporto e’ lo stesso. Non avete fatto nulla per migliorare una condizione che era gia’ drammatica”, sottolinea Mundell.
“In piu’, nel governo e nel paese non sembra esserci un chiaro consenso sul modo di rispondere alla crisi, e queste divisioni pesano. In un quadro del genere, cosa potete aspettarvi che facciano i mercati?”.
Per l’economista esiste la possibilita’ che questa crisi cancelli la moneta unica, ”ma non la ritengo molto alta: diciamo il 5%, nei prossimi cinque anni”. Gli Stati Uniti, sostiene, hanno interesse a salvare l’euro. ”Anzi, a questo punto, attraverso il Fondo Monetario Internazionale, avrebbero interesse a contribuire agli eventuali piani per salvare l’Italia”.
“In termini di cambio – osserva Mundell – non c’e’ dubbio che l’America ha tratto vantaggi del calo del dollaro, ma la questione e’ molto piu’ ampia di cosi’. Le nostre economie sono completamente interconnesse, non vedo che genere di guadagno potrebbero trarre gli Stati Uniti dal collasso dell’euro”.
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