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Sicilia commissariata: salvata dai 400 milioni del governo

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Roma – “Non c’è rischio default per la Sicilia. Il problema non è strutturale ma di temporanea mancanza di liquidità ed è stato risolto con trasferimenti per 400 milioni di euro già programmati”. Il bilancio della Regione Sicilia è
stato in attivo nel 2011 e nel 2010 e i fabbisogni delle Regioni regionali non sono automaticamente garantiti dall’Amministrazione centrale dello Stato. La spending review prevede inoltre interventi di ottimizzazione per la spesa pubblica anche per le Regioni. Per le Regioni a Statuto speciale sono previsti interventi per complessivi 600 milioni già nel 2012 La notizia, che si apprende in ambienti governativi, chiude una giornata convulsa che ha visto Raffaele Lombardo al contrattacco sul fronte dei conti e delle sue dimissioni sollecitate dal premier Monti.

“Non intendo prestare il fianco a chi non vuole che le elezioni si celebrino a fine ottobre. E’ impossibile che si mandi un commissario, sarebbe un colpo di Stato. Ci sono degli articoli che regolamentano le elezioni e chi governa nel periodo che precede le consultazioni elettorali in caso di dimissioni”. Ha dichiarato il governatore qualche ora fa. Assicura che si dimetterà “forse anche prima dell’incontro con Monti (previsto per il 24 luglio)”, chiede di essere ascoltato in consiglio dei ministri e, soprattutto, smentisce l’ipotesi che la Regione sia prossima al default: “Abbiamo solo una crisi di liquidità”. In una intervista a Live Sicilia.it, poi, il governatore adombra addirittura
l’ipotesi di “un colpo di Stato nel caso in cui venisse disposto il commissariamento della Regione. Lombardo parte da lontano per replicare a Monti che, paventando un rischio default, gli aveva chiesto conferma delle sue dimissioni anticipate “Non vogliono le mie dimissioni vogliono solo rinviare le elezioni. Per quanto mi riguarda è come se mi fossi dimesso ieri. Non voglio però che la Sicilia diventi merce di scambio, in caso di elezioni contemporanee con le politiche, per un ministero in più. Si deve votare prima”.

Intanto, il caso Sicilia sul tavolo del Quirinale: l’incontro tra il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e il premier Mario Monti, secondo fonti qualificate, ha trattato il rischio di default della Regione Siciliana. E stamattina, all’indomani della decisione di Monti di scrivere una lettera al governatore Raffaele Lombardo perché confermi le dimissioni – con eventuale, successivo invio di un commissario nell’Isola -, prosegue il dibattito politico sui conti in rosso dell’Isola e su un possibile effetto Grecia sulla tenuta economica del Paese.

“A Monti dirò che mi dimetto, se non mi sarò già dimesso il 24 mattina”. Così ha dichiarato Lombardo, incontrando la stampa a Palermo: “Chiederò di darci quanto ci spetta e di potere riferire al Consiglio dei ministri, del quale faccio parte, per spiegare l’immane lavoro fatto in questi anni, i sacrifici e il prezzo che stiamo pagando”. “Siamo in una situazione molto critica, come lo sono altre regioni meridionali e come lo è il Paese. Non siamo assolutamente al default” – ha proseguito – “lo Stato ci deve un miliardo di euro” che “se ci fossero trasferiti non correremmo nessun rischio”.

Lombardo si è poi scagliato contro “il killeraggio” contro la sua giunta. “Parte un giornale e tutti vanno dietro. Per questo parlo di killeraggio. Si sono dimessi due assessori e ho preso le cariche ad interim, ma io lì dovrò nominarne altri. Sono nomine che arrivano all’indomani delle dimissioni perché sono cariche troppo importanti” – ha detto, smentendo le voci di problemi nel pagamento degli stipendi ai dipendenti regionali, divulgate da un assessore. “Forse è un assessore poco informato. Questo rischio non c’è. Non solo, ma se lo stato dovesse darci la metà di quello che ci deve, allora non ci sarebbero problemi. Tutto è stato detto e fatto da precise forze politiche e industriali”.

“Noi ci tuteleremo in sede penale e civile rispetto a quanti, come taluni giornali, che hanno scritto fallimento della Regione”. Gliela faremo pagare cara a questi giornali diffamatori che hanno creato un clima che ha portato alle lettere e alle giuste preoccupazioni espresse dal premier”. “Perseguiremo in sede civile e penale quotidiani come ‘Il giornale’ e ‘Libero'”

La polemica con la Confindustria siciliana. Dopo Confindustria e la Cisl, anche l’associazione dei costruttori chiede il commissariamento dell’Isola: “‘L’unica speranza di salvezza della nostra regione è il ricorso a un regime che non lasci spazio alla politica, responsabile dell’attuale sfacelo”, dice il presidente dell’Ance Sicilia Giuseppe Di Giovanna. Ma Lombardo torna sulla polemica con il presidente di Confindustria Sicilia: “Il presidente della Confindustria siciliana ha il merito di essere presidente senza essere industriale. Peccato che non ha saputo portare un solo imprenditore per investire se non per l’eolico, cosa che noi abbiamo prontamente bandito.

La risposta a Formigoni. “A Monti chiederò di poter parlare – ha attaccato poi Lombardo – per illustrare l’enorme lavoro che abbiamo fatto senza metterci in tasca un soldo e senza andare in ferie alle Antille sugli yacht dei nostri amici. Tanto per rispondere a un presidente che si scandalizza della situazione siciliana”. La stoccata è per il governatore della Lombardia che scritto un messaggio in siciliano su Twitter proprio sulla delicata situazione delle finanze della regione siciliana. “Rischio default Sicilia – aveva scritto Formigoni – Na terra accussì bedda, a stannu affunnannu. O Lombardo, di lombardu ha sulu u cugnomu?”. Traduzione in italiano non pubblicata su Twitter: “Rischio default Sicilia. Una terra così bella, la stanno affondando. O Lombardo, di lombardo hai solo il nome?

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