Messina – Un sequestro preventivo di oltre 17 milioni di euro alla Bnl per una presunta truffa ai Comuni di Messina e Taormina con strumenti di finanza derivata è stato eseguito dal Gico della Guardia di Finanza.
Il provvedimento è stato emesso dal Gip Maria Vermiglio, su richiesta del procuratore Guido Lo Forte e del sostituto Vito Di Giorgio.
Nell’inchiesta aperta dalla Procura di Messina, erano già indagati otto funzionari dell’istituto di credito. I particolari dell’operazione, denominata in codice “Over the counter”, saranno illustrati in mattinata al Comando provinciale della Guardia di Finanza di Messina.
Infatti, all’elevato tecnicismo della materia (patrimonio dei soli funzionari della Bnl), si contrappone, viene spiegato dalle Fiamme gialle, “la conoscenza pressoche’ nulla della stessa da parte degli amministratori comunali, non supportata da informazioni adeguate sui prodotti finanziari proposti dall’istituto di credito per il tramite dei propri funzionari”; ed ecco quindi, in questo senso, secondo i finanzieri, il “raggiro” con “qualificati artifizi”.
Venivano quindi meno i presupposti previsti dal decreto del 2003, laddove l’utilizzo di strumenti derivati, introdotti per gli enti locali dalla legge 448 del 2001, dovevano essere improntati alla riduzione del costo finale dei debiti accesi a tasso fisso e alla riduzione dell’esposizione ai rischi del mercato.
Non solo, ma la rimodulazione dei contratti, “prospettata – sottolinea la Guardia di finanza – come necessaria dai funzionari della Bnl”, ha aggiunto alle perdite gia’ sostenute dai Comuni, dovute alla volubilita’ dei tassi d’interesse, ulteriori costi e commissioni impliciti non manifestati.
Le proposte di contratti di finanza derivata, invece, “erano sinonimo – proseguono gli investigatori – di vantaggi economici immediati e risparmi futuri certi a spregio di eventuali rischi futuri ed occultamento dei costi e commissioni”.