“Bibi, ti prego, pensaci tu”. Il direttore de “Il Foglio”, Claudio Cerasa è convinto che l’Europa non sia pienamente consapevole che, la minaccia del terrorismo islamista è qualcosa con cui dovremo fare i conti per molti anni a venire, e, soprattutto, che richiederà forti cambiamenti nelle abitudini quotidiane di tutti. Ci pensi Netanyahu, dunque, o fuor di metafora, si prenda a modello lo stato d’Israele, che da decenni convive con la costante minaccia del terrorismo, con le conseguenti limitazioni alla riservatezza personale e ai controlli diffusi e penetranti delle forze di sicurezza.
Anche da Israele sembra che guardino con una certa diffidenza i livelli di sicurezza europei. “Se in Belgio continuano a mangiare cioccolato, a godersi la vita e ad apparire come grandi liberali e democratici”, affermava il ministro israeliano dell’Intelligence, Israel Katz, all’indomani degli attentati di Bruxelles, “non saranno mai in grado di riconoscere e sconfiggere il terrorismo islamico”. Che quella della minaccia terroristica sia diventata ormai la “nuova normalità”, lo ha scritto in copertina anche l’Economist. Difficile, dunque, abbassare la guardia; al contrario, per alcuni sarà da osservare attentamente come la sicurezza viene assicurata in un Paese come Israele. Ne ha parlato a “l’Unità” Ely Karmon, dell’Istituto per il Contro terrorismo dell’Idc di Herzilya:
Nonostante i livelli assai superiori delle misure di sicurezza israeliane “non è tutto ovviamente rose e fiori e non sempre l’esito è scontato. Ma in Belgio, come ha dimostrato la vicenda Salah, ci sono interi quartieri a prevalenza musulmana del tutto fuori controllo”.
A Tel Aviv, riporta Unità, è impensabile un accesso libero a un teatro delle dimensioni del Bataclan: il metal detector è una regola. Allo stesso tempo luoghi sensibili come gli aeroporti, come le stragi di Bruxelles hanno testimoniato, sono fortemente sorvegliate in Israele. “In termini di sicurezza aeroportuale, spiega a Unità l’ex capo della sicurezza per l’autorità aeroportuale israeliana Pini Shif, gli europei sono indietro di 40 anni rispetto a noi”.