Ha suscitato un mare di polemiche la prima puntata sul signoraggio bancario di Povera Patria il nuovo programma su Raidue, fortemente voluto dal nuovo direttore di rete Carlo Freccero e presentato nei giorni scorsi come programma di informazione alternativa.
La prima puntata andata in onda venerdì scorso in seconda serata è stata dedicata al periodo del signoraggio bancario, scatenando una vera e propria rivolta social. Quella del signoraggio bancario è considerata una teoria complottista che prevede in sostanza che l’attività delle banche centrali danneggi i cittadini comuni, anziché fare i loro interessi.
Per signoraggio si intende l’insieme dei redditi derivanti dall’emissione di moneta e per le Banche centrali, il reddito da signoraggio viene definito come il flusso di interessi generato dalle attività detenute in contropartita delle banconote in circolazione o, in generale, della base monetaria.
Servizio sul signoraggio bancario della Rai, “un orrore”
“Su quali libri di testo e articoli di economia vi siete basati per questo orrore?”, “Cioè ma davvero questa roba è andata in onda sulla Rai?” sono alcuni dei commenti degli utenti sui social che contestano fortemente la trasmissione. Nel video mandato in onda si spiega a grandi linee cosa sia il signoraggio.
L’Italia è una delle nazioni più ricche al mondo eppure ha un debito pubblico di oltre 2300 miliardi di euro. Com’è possibile? Al di là di sprechi, ruberie e spese allegre una risposta sta nella parola signoraggio (…) il guadagno del signore che stampa la nostra moneta, in sostanza la differenza tra quanto incassato per il valore e il costo per produrla.
L’esempio riportato per spiegare il signoraggio bancario è: “se stampare un biglietto da 100 costa 1, il guadagno è di 99. Poi si ripercorre brevemente la storia del signoraggio in Italia, suddividendola in tre fasi: “la prima, fino al 1981, quella in cui il signore è lo Stato, cioè noi tutti, e attraverso la banca centrale che è di sua proprietà stampa moneta e la presta a sé stesso per offrire servizi e costruire ponti, gallerie e strade”.
Sempre la banca centrale è obbligata ad acquistare i titoli che il Paese non riesce a piazzare sul mercato (…) Il signoraggio diventa così un lievito del nostro debito pubblico (…) L’adozione dell’euro e la nascita della Bce completano l’espropriazione“.
L’autore del servizio sul signoraggio bancario si difende
Diversi economisti hanno criticato il servizio. Su La Repubblica un articolo a firma di Flavio Bini riporta i vari presunti errori del servizio tra cui quello a detta del giornalista, più clamoroso, la mancata citazione del tema dell’inflazione.
Nella prima fase, quando cioè la Banca d’Italia poteva “stampare moneta” liberamente, per ripianare disavanzi pubblici causati da un eccesso di spesa rispetto alle entrate, l’effetto è stato quello di aumentare l’inflazione. È aumentata cioè la massa monetaria in circolazione e con essa sono aumentati i prezzi, con l’effetto di ridurre il potere di acquisto delle famiglie. Nel 1981 quando venne deciso il “divorzio” sopra citato, l’inflazione (già alta a livello mondiale) viaggiava intorno al 18%. È scorretto dunque ripercorrere i benefici della prima fase, la possibilità di avere una sorta di salvadanaio illimitato e basso costo per finanziare la spesa, senza considerare le conseguenze negative.
L’autore del video andato in onda su Rai 2, Alessandro Giuli, ha ammesso di aver usato toni eccessivamente duri nei confronti dell’euro, ma ha difeso il suo servizio che esprime “un suo punto di vista” che è libero di dare.
I creatori della scheda sul signoraggio bancario si sono difesi anche sottolineando che l’ospite in sala, il professore di Economia e ministro Paolo Savona, non ha mosso alcuna critica contro il filmato. La puntata ha visto altri ospiti d’eccellenza, tra cui il ministro degli Interni Matteo Salvini e il giornalista Aldo Cazzullo, che ha intervistato il cardinale Gualtiero Bassetti.