Non se ne conoscono bene le motivazioni, ma San Faustino è diventato l’acclamato protettore dei single, delle persone che vivono bene da sole e non hanno necessità di compagnia. Coincidenza vuole, tra l’altro, che questa festività cada il 15 febbraio di ogni anno, quindi proprio il giorno dopo rispetto a San Valentino, noto protettore degli innamorati.
Poco si sa della vita e della storia di San Faustino e del fratello Giovita: vissero nel II secolo, quindi nel pieno di un periodo accidentato e particolarmente complicato per i cristiani. In quegli anni, infatti, essere fedeli a Cristo poteva implicare delle persecuzioni. La fede poteva mettere a rischio la vita. San Faustino e il fratello Giovita vennero arrestati a Brescia, nella città nella quale si erano convertiti e della quale, nel corso del tempo, sono diventati patroni.
San Faustino è, oggi, il protettore dei single, ma nella storia e nella leggenda non vi è alcuna traccia che possa spiegare le motivazioni di questa scelta del popolo. Al momento sono anche particolarmente ardite le spiegazioni popolari, che vorrebbero ricondurre il significato del nome Faustino da Fausto, fortunato e come tale adatto a propiziare la ricerca dell’anima gemella.
I single e la ricerca della casa
In Italia almeno una persona su tre vive da sola. Si potrebbe dire, quindi, che la maggior parte degli italiani si appresti a festeggiare più San Faustino che San Valentino. A questo punto, sorge una domanda: dove scelgono di abitare i single? In Italia per chi vive da solo la scelta è quasi obbligata: deve uscire dal centro. Dando questa risposta vogliamo, volutamente, tralasciare le considerazioni sulla qualità della vita: i single che cercano casa devono fare affidamento unicamente sul proprio reddito. Molte città, per questo motivo, risultano essere inaccessibili. I residenti si trovano di fronte ad una sola scelta: trasferirsi in provincia o convivere per poter accedere a una più vasta gamma di opzioni. Questo è quanto emerge dall’analisi di Immobiliare.it Insights.
L’analisi ha preso in considerazione i redditi medi, che sono stati dichiarati all’Agenzia delle Entrate e ha provveduto ad incrociarli con i prezzi medi al metro quadrato degli immobili. Sono stati presi in considerazione, inoltre, i potenziali finanziamenti dell’80% del valore di un immobile rimborsabili in venticinque anni. Incrociando questi tre indici, è stato quindi ricavato quello di affordability, vale a dire la sostenibilità economica di un’eventuale rata mensile che non superi un terzo dello stipendio. Antonio Intini, chief business officer di Immobiliare.it, spiega:
“Studi puntuali in merito all’accessibilità di quartieri e di intere città del nostro Paese acquisteranno nel prossimo futuro un’importanza sempre crescente. Infatti, i player più evoluti del mercato si baseranno anche su questo tipo di dati per indirizzare le loro scelte in termini di investimenti, valutando la maggiore o minore sostenibilità economica di una certa zona per stabilirne l’attrattività presso i potenziali acquirenti”.
Le città off-limits
La ricerca ha messo in evidenza che, dando un’occhiata ai bilocali, il single che stia cercando la casa dei propri sogni difficilmente riesce a trovarla in città. E spesso fa fatica anche in provincia. I grandi centri del Nord e del Centro Italia rimangono per lo più inaccessibili, solo a Torino e a Genova è possibile comperare nel comune. Va meglio al Sud e nelle Isole dove, se città come Bari e Napoli rimangono comunque fuori portata, Catania e Palermo al contrario hanno prezzi ancora a misura di singolo reddito. Se si è in due la situazione migliora: infatti, sommando i redditi medi dichiarati, è possibile pensare di acquistare casa in quasi tutti i centri analizzati, con l’eccezione di Milano, Venezia e Firenze dove invece anche le coppie devono guardare in provincia.
I trilocali sono per la quasi totalità preclusi ai single in tutte le grandi città. Da soli, i residenti non possono neanche pensare di acquistare i famosi tre locali in provincia. Le coppie invece, possono quantomeno sperare di accedere ai mutui per i trilocali nelle province di riferimento.
Particolare attenzione, deve essere posta a Milano e a Roma. Nel capoluogo lombardo è necessario un reddito mensile doppio pari al reddito mensile di un single residente per acquistare un bilocale. Per i trilocali la cifra necessaria sale ulteriormente in città ed è pari ad oltre il triplo rispetto allo stipendio medio netto percepito da un single e supera di oltre il 70% anche il reddito cumulato di una coppia che tuttavia può almeno ambire ai tre vani nella provincia.
Secondo il report di Immobiliare.it anche nella Capitale i single possono solo aspirare al bilocale in provincia: infatti nel centro città il reddito richiesto per poter affrontare la spesa supera di quasi il 70% quello solitamente percepito dal cittadino medio. Il single residente a Roma si trova con molte meno opzioni per quanto riguarda l’acquisto di un trilocale, mediamente inaccessibile anche in provincia (1.995 euro richiesti).